Parole e stati d’animo

A volte ci sono messaggi poetici e aggraziati che sembrano una guida, un faro verso il risveglio ma sono fatti così male che… sono addirittura deleteri.
ho trovato uno di questi e l’ho riscritto.
Potrei sembrare presuntuoso, ma giudicate voi le differenze e ditemi cosa ne pensate del diverso modo di scrivere gli stessi concetti…

l’originale è il seguente, poi c’è la versione riveduta da me..

Mi do il permesso di non essere una vittima
Mi do il permesso di separarmi da persone che mi trattano bruscamente, con violenza, che mi ignorano, che mi negano un saluto, un bacio, un abbraccio… Da questo preciso momento le persone brusche o violente sono fuori dalla mia vita.
Mi do il permesso di non costringermi ad essere “l’anima della festa”, la persona che mette entusiasmo in tutto o quella sempre disponibile al dialogo per risolvere conflitti quando gli altri nemmeno ci provano.
Mi do il permesso di non intrattenere ed incoraggiare gli altri a costo di stancarmi io: non sono nato per spingerli ad essere sempre al mio fianco.
La mia esistenza, il mio essere è già prezioso.
Se vogliono stare al mio fianco devono imparare a valorizzarmi.
Mi do il permesso di lasciar svanire le paure che mi hanno inculcato da bambino. Il mondo non è soltanto ostilità, inganno o aggressione. Ci sono anche tanta bellezza e gioia inesplorata.
Mi do il permesso di non stancarmi nel tentativo di essere perfetto. Non sono nato per essere la vittima di nessuno. Non sono perfetto, nessuno è perfetto e mi permetto di rifiutare gli schemi altrui: un uomo senza difetti, estremamente impeccabile ovvero disumano.
Mi permetto di non vivere nel attesa di una telefonata, di una parola gentile o di un gesto di considerazione. Mi affermo come persona che non dipende dalla sofferenza. Non aspetto rinchiuso in casa e non dipendo da altre persone. Sono io stesso a valorizzarmi, mi accetto e mi apprezzo.
Mi permetto di non voler sapere tutto, per non essere sempre presente durante il giorno. Non ho bisogno di molte informazioni, di programmi per il pc, di film al cinema, di giornali, di musica.
Mi do il permesso di essere immune alle lodi o agli elogi smisurati: le persone che fanno troppi complimenti finiscono per sembrare opprimenti. Mi permetto di vivere con leggerezza, senza accuse o richieste eccessive. Non fa per me.
Mi do il permesso più importante di tutti, quello di essere autentico.
Non mi sforzo di compiacere gli altri. È semplice e liberatorio abituarsi a dire di no ogni tanto.
Non mi voglio giustificare: se sono felice, lo sono, se non sono felice, non lo sono. Se un giorno del calendario è considerato come quello in cui sentirsi obbligatoriamente felici, io mi sentirò esattamente come mi sentirò.
Mi permetto di sentirmi bene con me stesso e non come vogliono le usanze o quelli che mi stanno attorno: quello che è “normale” o “anormale” nei mie stati emotivi sarò io a deciderlo.
JOAQUÍN ARGENTE

RISCRIVENDOLO TUTTO SENZA CAMBIARNE IL SENSO…
DIREI…

Mi do il permesso di essere libero dal vittimismo.
Mi do il permesso di liberarmi da persone che mi trattano “diversamente da come voglio” Da questo preciso momento le persone brusche o violente sono fuori dalla mia vita.
Mi do il permesso di essere libero dall’impegno di dover animare la festa
Mi do il permesso di essere libero dal dovere di incoraggiare… così da preservare le mie energie, anche loro sono nati liberi dalla necessità di essere sempre al mio fianco.
La mia esistenza, il mio essere è già prezioso.
Chi mi ama mi segua
Mi permetto di lasciar svanire le paure che mi hanno inculcato da bambino, così il mio mondo sarà libero da inganno ostilità e aggressione. Ci sono anche tanta bellezza e gioia inesplorata, che esplorerò con la nuova acquisita libertà.
Mi do il permesso di liberarmi dalla necessità stancante di essere perfetto per gli altri. Non sono perfetto ma va bene così, nessuno è perfetto e mi permetto di rifiutare gli schemi altrui: un uomo senza difetti, estremamente impeccabile ovvero disumano.
Mi permetto di vivere libero dall’attesa di una telefonata, di una parola gentile o di un gesto di considerazione. Mi affermo come persona libera dala sofferenza. Libero dalla dipendenza da altre persone. Sono io stesso a valorizzarmi, mi accetto e mi apprezzo.
Mi permetto di liberarmi dalla necessità di sapere tutto.
Mi do il permesso di essere immune alle lodi o agli elogi smisurati: Mi permetto di vivere con leggerezza, senza accuse o richieste eccessive.
Mi do il permesso più importante di tutti, quello di essere autentico.
libero dallo sforzo di compiacere gli altri. È semplice e liberatorio abituarsi a dire di no ogni tanto.
Mi libero dalla necessità di giustificare: se sono felice, lo sono, se non sono felice, non lo sono. Se un giorno del calendario è considerato come quello in cui sentirsi obbligatoriamente felici, io mi sentirò esattamente come mi sentirò.
Mi permetto di sentirmi bene con me stesso e liberandomi dalle usanze e dai credo di chi mi sta attorno: quello che è “normale” o “anormale” nei mie stati emotivi sarò io a deciderlo.

Messaggio di JOAQUÍN ARGENTE riveduto e corretto.

che differenze ci avete trovato?
avete visto la differenza già nello stato d’animo che vi procura leggere il primo e leggere il secondo?
i concetti sono esattamente gli stessi, ma le parole diverse del secondo messaggio riveduto e corretto… generano letteralmente al sensazione di libertà d’animo.

le parole hanno potere diretto, per chi sa riconoscerlo ma anche potere indiretto ed inconscio per chi non sa rendersene conto.

ogni volta che leggiamo qualcosa dobbiamo stare attenti agli stati d’animo che ci comunica.

le parole sono tutto… come disse qualcuno…. al principio fu il verbo.

Buona Riflessione e… ancora una volta…
buona Auto-Osservazione.

per saperne di più sulla auto-osservazione leggi i seguenti articoli: http://osservazionequantica.altervista.org/auto-osservazione/