Lottare, dove, perché.

 

L’unica lotta utile, è quella interiore.

Dobbiamo lottare per risolvere le questioni?

Per recuperare la salute?

Per migliorare qualcosa nella vita?

Mi è già successo molte volte, ma due volte è stato uguale tanto da sembrare fotocopiato di sentirmi dire che una questione che stava degenerando in qualcosa di tragico, dopo una certa comprensione, si è “risolta da sola”.

Mi è successo di farmi delle “chiacchierate sull’inconscio” tra amici e di vedere poi gli effetti di una “certa comprensione” nella vita reale delle persone che hanno assistito alle “chiacchierate”.

Molto raramente ho accennato ad autentiche tecniche e quelle rare volte ci sono stati anche risultati inferiori.

Di solito parlo solo di come l’inconscio si manifesta nella vita quotidiana e di come fare per accorgersi, per rendersene conto, come fare per vedere nella vita quotidiana le sue manifestazioni.

Parlo cioè di AutoOsservazione, ma fatta “in un certo modo”.

È un po’ come se si imparasse a vedere contemporaneamente, su due schermi la stessa scena, nel primo schermo vedi il film così come siamo stati abituati a vedere la vita, come se lo vedessi da casa nel televisore, nel secondo schermo invece vedi lo stesso film ma con la videocamera è più lontana dalla scena e vedi anche il regista che dice a tutti che cosa fare con una serie di gesti silenziosi ma chiari.

Così succede che, ti accorgi che la scena era estremamente più ampia, vedi che non c’era solo quello che vedevi nel tuo piccolo schermo, e succede anche che riesci (a tratti) ad entrare nella testa del regista, del resto, in questo caso, sei sempre tu, ti rendi conto che il regista sei tu, ma ti eri distratto, ti eri concentrato solo sul piccolo schermo, sull’attore, sulla partitura da recitare, dimenticando il “progetto cinematografico iniziale” che dovevi recitare e dimenticando addirittura che tutto questo è solo una recitazione.

Nelle mie chiacchierate è questo quello che succede, vedi cosa succede dietro le quinte di te stesso.

Poi succede anche che comprendendo i meccanismi spontanei, cominci a collegare le tue sofferenze quotidiane recenti, con le altre già vissute in passato, e ti accorgi che la stessa sofferenza era emersa in tante altre occasioni, anche molto diverse tra loro ma con quella stessa emotività di fondo e vedi anche come quella (tua) emotività è stata il regista (occulto) in tutte quelle occasioni.

Ricordo dopo ricordo si innesca una autentica regressione a cascata fino all’infanzia, fino al primo episodio in cui questa stessa emotività profonda si è manifestata, altre volte invece si finisce direttamente nel ricordo iniziale, a volte ci si sente solo immersi in una sensazione nuova ed antica nello stesso momento, difficile da comprendere ma senti che è roba tua e che ha a che fare con la tua sofferenza di base.

Le prime volte sembra una alchimia quasi magica o artificiale, ma lasciando affiorare i ricordi con questo modo di vedere la realtà quotidiana, giorno dopo giorno, ci si accorgerà che è la nostra natura spontanea, è il normale modo di essere dell’uomo che però abbiamo dimenticato.

Non c’è una tecnica, non c’è un sistema, c’è solo un ricordarci spontaneamente di come siamo fatti e come funzioniamo… io la chiamo “la Non tecnica”, anche perché, essendo un processo spontaneo, non deve entrare in contatto con frequenze vibratorie diverse, ne (soprattutto) con quelle mentali.

Non è un processo da innescare, è invece un processo naturale che bisogna LASCIARE CHE ACCADA, spontaneamente.

Bisogna solo impedirne l’interruzione ogni volta che si mette in moto spontaneamente e vi assicuro che, accade moltissime volte al giorno.

Ogni elemento della vita quotidiana, fino a quando non riusciremo a vedere le cose in modo davvero ampio e disinteressato, vive e si elabora su questi due schermi, parallelamente, contemporaneamente, ma noi, nella nostra inconsapevolezza continueremo a vedere solo lo schermo piccolo e la cosa peggiore è che continueremo a credere che quella sceneggiatura focalizzata, quel quadro ristretto, quella inquadratura ristretta sia la realtà totale e assoluta.

Quando si innesca la regressione spontanea a cascata, o meglio, per essere più precisi, QUANDO RIUSCIAMO A LASCIAR FLUIRE SPONTANEAMENTE E A NON FERMARE, A NON INTERFERIRE CON la normale regressione spontanea, che (lo ripeto) è un fenomeno assolutamente naturale e spontaneo (e quotidiano), nel momento in cui arriviamo al ricordo iniziale, può avvenire il “miracolo”, può avvenire la comprensione, al livello dell’inconscio, di quel ricordo d’infanzia.

La semplice comprensione, ma al livello dell’inconscio, NON DELLA MENTE, cioè al livello emotivo, potrà permettere il ritorno allo stato di normalità, il ché significa maturità emotiva (cioè, fine del bisogno di reagire per amplificare e vedere meglio quella emozione) e guarigione del corpo (perché verranno a mancare le tensioni fisiche interiori che sono la vera e forse unica causa di ogni malessere fisico).

Può succedere che la comprensione porti ad un pianto, ovviamente liberatorio, può succedere che arrivi una comprensione profonda.

A volte la comprensione avviene solo ad un livello profondo, mentalmente non riusciamo a spiegarcelo, in pratica è quella cosa che sicuramente è successa a tutti qualche volta nella vita, quando diciamo,

>>non lo so spiegare ma ho capito tutto<<

Succede che qualcosa nella vita prenda una nuova direzione oppure che non cambi proprio nulla ma tutto si acquieta, come ho visto accadere molte volte e due in particolare mi hanno colpito molto.

Sono stati due casi di persone in fase di separazione, con famiglie che sarebbero state sfasciate da un giorno all’altro.

Dopo la serata di comprensione e spontanea regressione, con un lungo pianto spontaneo, al ritorno a casa loro, non hanno cambiato nulla… … cioè, per spiegare meglio…

Non hanno “speso” la loro volontà in un cambiamento, hanno continuato a vivere la quotidianità come sempre ma “semplicemente”, non ci sono state più le quotidiane litigate che avevano caratterizzato gli ultimi mesi.. tanto da aver già preparato le lettere di divorzio che però tenevano nel cassetto e tentennavano ad inviarle.

La seconda mattina dopo quella comprensione interiore e quel pianto liberatorio, spontaneamente hanno deciso di strappare la lettera di divorzio e, nella pattumiera, hanno trovato quella del marito altrettanto strappata e buttata.

Quando ci siamo rivisti dopo qualche tempo, mi hanno detto la stessa cosa.

Nessuno di noi ha chiesto scusa.

Nessuno di noi ha cambiato qualcosa.

Nessuno di noi ha spiegato qualcosa.

Nessuno di noi ha fatto qualcosa.

È stato come svegliarsi da un brutto sogno.

Ti svegli, ti alzi dal letto, ti lavi il viso, vai a preparare la colazione e la giornata comincia… …si, era solo un brutto sogno.

Una delle due amiche ha aggiunto…

>>sembra che la chiacchierata sul inconscio l’ha fatta mio marito, non io, ma ti assicuro che non ne abbiamo mai parlato di questo argomento <<.

Quindi, ritornando all’inizio…

 

DOVE si deve svolgere la lotta per cambiare le cose?

È davvero una lotta?

E con chi sarebbe questa lotta?

o è solo un inconsapevole bisogno di vedere meglio e capire la realtà profonda della vita quotidiana?

Dove stai lottando, nel piccolo schermo o nel grande schermo del “dietro le quinte della tua sceneggiatura”???

Ed ancora…

Ti sei mai accorto di vivere parallelamente su più livelli?

Ancora una volta, la chiave di tutto è, L’AutoOsservazione consapevole.

consapevole dei retroscena di tutto quello che gli occhi non riescono più a vedere.

ti consiglio di leggere anche i due articoli allegati, anche se li avevi già letti, alla luce di quest’altra spiegazione ti “diranno” qualcos’altro che potrebbe essere importante per comprendere quali meccanismi si innescano e per riuscire a coglierli nel vivere quotidiano, nel vivere di ogni giorno.

“se non ritornerete come bambini, non entrerete mai”

 

http://osservazionequantica.altervista.org/linconscio-gli-specchi-lambiente-e-la-guarigione-spontanea/

 

ed anche quest’altro può essere di aiuto…

Qui & Ora e regressione spontanea.