L’importanza della AutoOsservazione nella vita quotidiana

 

Il tempo dei falsi profeti.

Pensiero positivo, legge di attrazione, riprogrammatori mentali, viaggiatori Imalaiani…

Quanta roba ci è stata propinata negli ultimi anni per regalarci l’illusione di poter stare meglio, per regalarci l’illusione di poter riproggammare la nostra vita, per regalarci l’illusione di poter ristrutturare la nostra vita intera…

Quante illusioni!

Tutte queste cose e molte altre ancora che non ho citato per ovvi motivi, tutto sommato non sono totalmente sbagliate, ma solo se vengono viste come facenti parti di un percorso evolutivo… sono cose più che legittime, del resto, anche io, se non avessi attraversato molti percorsi prima di quello (per ora) finale, non sarei mai arrivato a comprendere certe cose.

La cosa brutta di tutte queste tecniche olistiche è che quasi tutti gli operatori, salvo pochissimi personaggi più sinceri, dicono che è la tecnica migliore del mondo, che è la tecnica che risolverà la vita di chi la pratica…

Che ogni tecnica possa dare dei risultati, non ho dubbi, che ogni tecnica possa regalare dei risultati seppur molto spesso effimeri… non ho dubbi, che tutte le tecniche possono fare parte di un percorso di autoconoscenza valido, non ho dubbi, ma… avere la pretesa di dire che è l’unica tecnica che dà risultati… è da falsi profeti.

Molta gente ci crede, e continua a cercare all’interno di quella tecnica qualcosa che possa aiutarla a fare quel passo in più che… che resterà sempre una semplice illusione.

Ho visto persone che in vent’anni di lavoro interiore non hanno mai cambiato nulla… sempre la stessa cosa, sempre la stessa tecnica, sempre lo stesso guru di riferimento, sempre gli stessi seminari…

…sempre gli stessi problemi di base che hanno solo cambiato il modo di manifestarsi… ma fondamentalmente… nel profondo… sono sempre gli stessi.

La vita è la vita, la vita quotidiana, quella che viviamo al di fuori delle palestre, al di fuori delle sale di meditazione, al di fuori delle conferenze di settore… la vita vera dove ci si manda a quel paese, dove ci si abbraccia, dove ci si accontenta o ci si arrabbia, dove si gusta un paesaggio o si riflette su come lo stiamo deturpando… ecco questa vita, anche questa di questo momento in cui stai leggendo queste righe e magari ti stai chiedendo dove cacchio voglio arrivare… ecco… questa è la vita vera ed è in questa situazione, nella vita reale che tutto accade ed è qui, nella vita di ogni giorno che si deve capire qualcosa e portarla in superficie dalla nostra profondità.

Anche la volontà spontanea di arrabbiarsi, non deve essere repressa solo perchè qualche guru ti ha detto di fare così, anche la voglia di mandare a quel paese qualcuno… non deve essere repressa perchè qualche guru ti ha insegnato la non violenza…

Non dico di fare a botte per ogni non-nulla, ma se ti viene da comportarti in un certo modo, e tu ti blocchi per non essere in un certo modo… quel certo modo che è la tua essenza attuale, tu, letteralmente ti stai precludendo la possibilità di vederti all’azione nella vita quotidiana, ti stai precludendo di vedere a che punto sei adesso, ti stai precludendo la possibilità di capire da dove devi partire perchè è da qui che si parte, da quello che sei oggi, da come ti sei combinato emotivamente fino ad oggi, è da qui che devi ripartire,da quel che sei adesso, è in questa vita quotidiana che devi vedere chi sei e cosa devi eventualmente cambiare… che poi… anche il concetto di cambiamento è tutto da rivedere.

Bloccare i sentimenti, le emozioni, le volontà interiori, è assolutamente sbagliato, a meno chè si stia facendo un lavoro mirato per “sentire il fluire di certe energie interiori”.

Ma è altrettanto sbagliato sfogarsi senza nessuna consapevolezza di quel che si sta facendo.

Ancora una volta ritorna quella che è l’essenza di questo blog… l’AutoOsservazione, costante, quotidiana, consapevole.

Se si è in costante AutoOsservazione, ci si rende conto di quel che sta succedendo realmente, al di là della situazione apparentemente oggettiva, ci renderemo conto della soggettività che sta determinando l’importanza per noi della situazione che stiamo vivendo, ci renderemmo conto quotidianamente dei prechè profondi della nostra vita.

Poi, quando davvero l’AutoOsservazione avrà preso potere dentro di noi, avverranno delle cose nuove.

Vedendo l’origine di ogni cosa che ci succede quotidianamente, vedendo l’origine emotiva dentro di noi, capiremo il perchè di ogni cosa, almeno quello emotivo, certo che per capire il perchè dell’anima e dello spirito ce ne vorrà ancora… ma è comunque un punto di partenza importante.

Nella AutoOsservazione, cioè in quello che più raffinatamente veniva definito il Qui&Ora dai maestri del passato, capiremo quello che per noi è importante, passo dopo passo.

Sicuramente non sarà un lavoro “mirato” come per esempio quello dei riprogrammatori mentali, sicuramente, attingendo all’inconscio durante la vita quotidiana, non andremo a fare quel lavoro mirato che tutti consigliano facendoti credere che quello sia l’unico tassello da sistemare… molto spesso arriveranno delle comprensioni apparentemente banali, molto spesso arriveranno comprensioni di cose che sembreranno lontane dal motivo per il quale abbiamo cominciato questo percorso, ma sicuramente non combineremo altri casini peggiori di quelli che abbiamo già creato fino a questo punto.

Nel mio caso mi sono ritrovato con la risoluzione di un problema che avevo sempre e da sempre evitato di affrontare, mi ci ero continuamente adattato ed avevo continuamente trovato rimedi e soluzioni “di traverso” per superare il problema ma…

…ma alla fine sono arrivato all’estremo assoluto, a quel punto che per la medicina ufficiale è definito di non ritorno.

È stato solo a quel punto che ho dovuto fermarmi, per forza, ed ho dovuto cominciare a farmi qualche domanda, qualche domanda un pò diversa.

Mi sono lasciato guidare da qualcosa che non riuscivo a comprendere, ma che mi ha dato fiducia.

Mi sono appassionato inizialmente allo studio della Legge di Attrazione, la cosa bella è stata la conseguenzialità della lettura dei libri che mi sono arrivati.

Da specificare però che… nella lettura di quei libri io non cercavo di capire come fare, al contrario di quasi tutti, io avevo già fatto tutto, mi rendevo conto continuamente non di come dovevo fare, ma di come avevo fatto.

Trovavo continue conferme della validità della legge di attrazione, attraverso la rivisitazione a ritroso della mia vita.

C’è stato un punto in cui decisi proprio di farmi male, c’è stato un punto in cui invece di bloccare i pensieri malsani, li lasciavo scorrere, anzi, li alimentavo apposta e ne prendevo appunti per andare poi a vedere nel futuro come si realizzavano.

Volevo vedere dall’interno, la dinamica della creazione della vita quotidiana, volevo vedere nel mio modo spontaneo, come facevo e soprattutto volevo capire come avevo fatto a crearmi tutto quel disastro.

Volevo scoprire l’alchimia emotiva che crea la vita di tutti i giorni, volevo scorgere tutte le sfumature emotive, tutte le sfumature energetiche e per questo motivo ho portato anche gli esercizi energetici ad uno stadio molto avanzato, volevo sentire, sentire, sentire… capire come avviene la vita fino a fregarmene anche se un certo pensiero spontaneo mi stava creando un casino troppo grosso… volevo capire come succede nella vita quotidiana quando non siamo coscienti.

Ho scoperto molti particolari, molte cose, ovviamente non tutto perchè il semplice atto di osservare se stessi finisce per depotenziare ogni pensiero, anche se vogliamo alimentarlo e dargli energia… non è esattamente la stessa cosa di quando non ci pensiamo per niente… ma comunque, moltissima roba è ventua fuori e alla fine di tutto… ho capito come funziono io nella mia più o meno spontaneità.

Sono arrivato alla conclusione che la vita è autoguarigione continua.

Si, proprio la vita è un continuo tentativo di autoguarigione, qualcosa che però blocchiamo continuamente.

È davvero la vita quotidiana la medicina di tutto, sia della salute che della vita stessa, delle relazioni, delle cose a cui teniamo, delle persone a cui teniamo (si, anche delle persone a cui teniamo).

L’AutoOsservazione consapevole, permette di vedere con i propri occhi i meccanismi nostri, quelli personali, permette di vedere con i nostri sensi e non solo con i soliti 5 sensi, ma con qualcos’altro che nemmeno pensavamo di avere e permette anche di sviluppare certe altre capacità che abbiamo da sempre, che usiamo da sempre ma che utilizziamo nel peggiore dei modi e soprattutto nella assoluta inconsapevolezza.

Ogni nostra emozione forte, in qualche modo finisce per riscrivere nelle nostre cellule la nostra capacità di reazione alla stessa emozione.

Più viviamo in quella emozione, più ci focalizziamo con la mente in un certo modo, più quella emozione in qualche modo si rafforzerà in noi e rafforzerà anche la necessità di viverla sempre più intensamente.

Lo sblocco non sta tanto nel controllare l’emozione, anzi, questo finirà alla lunga per generare altre energie distorte che chissà quali altre complicazioni porterà, lo sbocco dalla necessità di sentire sempre più intensamente una certa emozione, avviene quando ci si entra dentro, ma anche qui… non ho detto quasi nulla perchè tutto sommato è quello che facciamo quotidianamente.

Il punto è la focalizzazione mentale che abbiamo durante l’attraversamento dell’emozione che vogliamo guarire.

Ogni emozione ricorrente è tale perchè porta con se un messaggio del nostro inconscio, del nostro bambino interiore.

Ogni cosa che da bambini non abbiamo capito, ogni cosa per la quale ci hanno detto… “da grande capirai!”, ogni cosa che è rimasta in sospeso nell’infanzia, oggi chiede di essere compresa.

 

Prova ad immaginare una sequenza come in un film…

Un bambino sta giocando con i mattoncini Lego.

Arriva l’ora del pranzo e la mamma lo chiama per sedersi a tavola.

Il bambino sta immaginando di costruire una torre e sta cercando di capire come farla… il castello è già a metà, deve solo fare questa torre ed ha un pò di idee su come farla.

La mamma insiste e deve lasciare il gioco

il bambino andrà a tavola, ma una parte della sua mente resterà nel castello Lego da completare.

Finiscono di mangiare e il bambino vuole ritornare a completare il castello, ha avuto un paio di idee e vuole vedere se con i mattoncini che ha a disposizione può farcela a farla tutta ma…

ma la mamma dice che devono andare al centro commerciale a comprare il vestitino… e che deve anche fare subito.

Il bambino obbedisce ma… c’è sempre quella parte della sua mente che è rimasta su quella torre da completare

vanno al centro commerciale e provano dei vestitini… ma la sua mente, almeno un pezzettino della sua mente sta ancora sul suo castello da completare.

Dopo lo shopping vanno al cinema… il bambino vede il film ma… una parte della sua mente è ancora rimasta sulla torre del castello da completare…

Dopo il cinema si va in pizzeria e incontrano anche degli amici di famiglia… si fa notte, ritornano a casa, il bambino ormai è addormentato ma nel suo sonno si è portato ancora il pensiero di quella torre da completare.

La mattina dopo appena sveglio corre nella sala dove aveva il suo castello ma…

ma la mamma ha ripulito tutto, ha smontato tutto ed ha messo tutto a posto.

Il castello non sarà mai più completato, il bambino nei giorni successivi proverà a ricostruirlo ma sarà sempre qualcosa di diverso da quello che aveva lasciato in sospeso… una parte della memoria di quel bambino… è rimasta in quella torre mai costruita.

Questa memoria, in qualche modo, da adulto comincerà a venir fuori.

Non si sa con quale tipo di emotività, questa è una specie di roulette russa, dipenderà da tantissimi fattori, da tante combinazioni di fattori, non a tutti i bambini darà la stessa manifestazione, ma di fatto… quel pezzettino di memoria di quella torre mai costruita, resterà latente nella memoria del bambino e fino a quando da grande non rivivrà la stessa scena della sua infanzia… continuerà a mantenere la sua carica energetica che… se per qualche motivo o combinazione di fattori prenderà forza… ed ancora… energia… finirà per acquisire anche una volontà propria.

Un ricordo infantile incompreso, può assumere una volontà propria al di là di quella che può essere la razionalità, un qualcosa che i moderni guru diranno di controllare, di soffocare, di evitare.

Ogni ricordo d’infanzia si manifesta in forma soprattutto emotiva, ma bisogna sapere che l’emotività dell’adulto che siamo oggi, è profondamente diversa da quella del bambino che siamo stati.

Attraversare le proprie sofferenze, cioè entrandoci dentro però, consapevolmente, ci permette di sentire dentro il nostro corpo qualcosa che, se ci facciamo attenzione, è qualcosa di antico per noi… è qualcosa di infantile, è qualcosa di nostro ma di qualcosa di noi che abbiamo dimenticato di essere stati proprio noi.

Pensaci un pò, quando siamo in difficoltà ci sentiamo sempre piccoli… vero?

Cosa ci fa sentire piccoli davanti alle difficoltà?

Perchè diventiamo intimamente piccoli davanti alle difficoltà?

Certo che apparentemente più è difficile la situazione e più tendiamo a fare i grandi, a darci delle arie da adulti ma… è proprio questo contrasto che mi ha fatto riflettere.

Perchè mi sento piccolo al punto da dover ricorrere ad una maschera per nascondere questa mia interiore piccolezza del momento?

La risposta che mi sono dato è stata che… che in quel momento non sto vivendo il momento presente, ma sto vivendo un momento di quando io ero piccolo che sto rimaterializzando ora, in questo momento.

Io sto usando la scena che mi circonda, per rimettere in scena una scena della mia infanzia in cui è successo qualcosa che non ho capito e che adesso… inconsapevolmente, ho trovato il modo di rivivere perchè nell’ambiente ho trovato gli elementi utili a rimetterla in scena.

Ogni volta che mi sento piccolo, io entro nella mia piccolezza, “entro nella scena che ho messo in scena adesso”, non scappo più (a dire il vero, non sempre ci riesco 😉 ), tutto questo però accompagnato dalla consapevolezza del fatto che, non è quello che succede adesso la vera causa, ma qualcosa di profondo in me stesso, nelle mie memorie (d’infanzia) che mi sta spingendo a fare qualcosa per enfatizzare delle sensazioni, delle emozioni, delle cose che pur non conoscendo più il linguaggio che avevo in quell’età, comunque può ricondurmi ad una qualche forma di risonanza con l’essenza di me stesso bambino e, in questa risonanza, potrà portare anche ad una autentica alchimia emotiva e fisica.

Entrare in una emozione personale e ricorrente con questa consapevolezza, può permettere lo spegnimento spontaneo della necessità di cercarcela continuamente, può spegnere la necessità emotiva di vivere quella emozione, può spegnere la necessità di crearci continuamente delle situazioni materiali per farci trovare poi in quella ricorrente emotività profonda che da tanto tempo ci siamo andati inconsapevolmente a cercare.

Non si tratterà più di controllare un’emozione, ma di attraversarla per sentirla dentro ma… con una consapevolezza profonda di tutto quello che abbiamo letto fin qui.

Attraversare le proprie emozioni consapevolmente potrebbe portare anche alla regressione spontanea nella scena d’infanzia che è la causa di quel che stiamo vivendo adesso, una regressione piena di particolari e sensazioni, ma non è assolutamente necessario avere tutti i particolari anzi… aggiungo che probabilmente, avere troppi particolari potrebbe inficiare il risultato.

Questa alchimia emotiva deve avverire con la mente praticamente spenta, cioè meno capiamo durante il processo, meglio è, ci si deve affidare.

L’ostacolo più grande che abbiamo nel quotidiano, affinchè questo meccanismo naturale vada a fondo e permetta la guarigione, è proprio il nostro bisogno indottrinato di capire le cose, ma di capirle con la mente dell’adulto che siamo oggi, e… se non sappiamo capire le esigenze di un bambino… come tutti gli adulti… sarà impossibile capire anche un nostro ricordo d’infanzia che è rimasto cristallizzato totalmente in quella energia che avevamo a quell’età.

L’energia con la quale dobbiamo entrare in consapevolezza è quella di noi stessi bambini, ma non possiamo mentalizzarla perchè saremmo di nuovo degli adulti che stanno dando degli ordini ad un bambino… che a sua volta obbedirà ma con ancora una volta un pezzettino della sua attenzione rimasta su quella torre di quel castello mai completata.

Ricapitolando.

1 Mai bloccare una emozione perchè bloccheremmo la possibilità di guarirla.

2 Entrare nell’emozione e in tutte le sensazioni che ci fa sentire ma consapevoli del fatto che in  realtà stiamo entrando nelle emozioni e nell’ambiente emotivo che abbiamo vissuto nell’infanzia, cioè in quel momento in cui è avvenuto il blocco emotivo che stiamo attraversando e lasciando fluire adesso… e forse anche guarendo.a

3 Sapere che è un processo spontaneo e naturale che non si può indurre, si può solo permettere che accada e come tale… tutta la consapevolezza servirà solo da supervisore, ma non dovrà dare nessun ordine.

4 La mente serve come osservatore, in questo processo, più interviene, più blocca la guarigione.

5 Le persone, le situazioni, le circostanze che ci creano sofferenze, non sono la causa delle nostre sofferenze ma sono qualcosa che, inconsapevolmente ci siamo cercati per rimettere in scena nel nostro corpo quell’ambiente emotivo d’infanzia che oggi, con questa situazione, stiamo ricercando, ricreando.

6 L’AutoOsservazione è una medicina naturale, purchè venga fatta consapevolmente.

 

Un ultimo punto importantissimo.

Lasciar fluire le cose nella vita quotidiana, entrare con questa nuova consapevolezza nelle sofferenze della vita quotidiana, molto spesso non darà “risultati” comprensibili nell’immediato.

Molte guarigioni a volte le comprenderemo dopo uno o due anni.

Molto spesso guariremo anche da cose di cui non ci preoccupavamo, io per esempio, non posso sapere a quali blocchi emotivi erano collegati i miei malanni ormai guariti, ma semplicemente mi accorgo quotidianamente che delle cose che per me erano un problema, oggi non lo sono più.

Il vantaggio è che non si smonterà nulla, ma semplicemente tutto gradualmente andrà al suo posto.

Molto spesso il problema più importante dal quale magari era partito il nostro studio interiore resterà attivo fino alla fine del percorso, cioè quel problema sarà l’ultimo che risolveremo ma… ma…

qui i motivi potrebbero essere tantissimi alcuni possono essere che…

che l’inconscio manterrà questo problema per tenere altra l’attenzione.

Oppure che questo problema, nel tempo già vissuto ha catalizzato moltissimi blocchi emotivi e… siccome l’inconscio non ha nessuna intenzione a questo punto di incasinare ancora di più la tua vita, smonterà gradualmente, blocco dopo blocco quel che potrà smontare di volta in volta, senza creare altri traumi.

Non dimentichiamo che, ogni blocco emotivo ha determinato qualcosa nella nostra vita e quel qualcosa fa parte di noi, sia emotivamente che fisicamente, somatizzandosi letteralmente nel nostro corpo, smontare di colpo qualcosa a cui si sono collegati troppi blocchi emotivi, potrebbe letteralmente destabilizzare la vita.

Poi per concludere… l’inconscio sa cosa fare, e soprattutto, sa cosa davvero è importante per noi adesso.

Io non pensavo assolutamente a guarire la salute, avevo imparato a tamponare in mille modi tutti i problemi… ma a 42 anni ero ormai diventato una montagna di rimedi… ma senza nessuna soluzione.

Affidandomi all’inconscio e alla vita quotidiana e attraversando le sofferenze senza sfuggire (anche se per onestà devo ripeterlo… non sempre ci riesco), mi sono ritrovato guarito da tutto.