il milionario…

estratto dal libro “Il Milionario” di Mark Fisher. da pag. 41

il milionario

 

Tu ami il tuo lavoro?”

No“, confessò con candore il giovanotto.

il mio lavoro è interessante in sé, ma l’agenzia dove sono impiegato…”

allora non mi sorprende che tu non sia ricco! É impossibile riuscire in un lavoro che non si ama. La maggior parte della gente crede che i milionari amino ciò che fanno perché guadagnano un sacco di soldi: Ma la verità è che guadagnano un sacco di soldi perché amano ciò che fanno! Anche perché non lo fanno esattamente per soldi. All’inizio, forse: Cominciano per ambizione. Però continuano per passione. Per loro quello che conta non è tanto il denaro. D’altronde, volendo scoprire se qualcuno ama davvero il proprio lavoro, basta fargli questa domanda: ‘se domani ti ritrovassi con 5 milioni sul tuo conto in banca, continueresti a fare quello che fai?‘ Generalmente i pochi individui che non rassegnerebbero seduta stante le dimissioni, sono appunto i milionari: e non perché non abbiano bisogno di quei 5 milioni, bensì perché a loro il lavoro che fanno serve per vivere, mentre agli altri serve per sopravvivere!

Il giovanotto pensó che, effettivamente, se sul suo conto si fossero materializzati cinque milioni, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata lasciare l’impiego: cosa che non faceva che confermare ciò che pensava.

Il milionario riprese: “l’amore é la grande legge della vita. É l’inizio e la fine di ogni cosa. Se il tuo cuore non è nel tuo lavoro, se il tuo lavoro non è nel tuo cuore, ti opponi a questa grande legge. Ai miei occhi chi fa ciò che ama e ama ciò che fa è pari a un re, e, foss’anche un modesto artigiano o semplice operaio, per me il suo posto nella gerarchia umana è comunque più in alto del grande uomo d’affari dominato dall’astio, dall’avidità, dalla rivalità. Perché il frutto del lavoro di quest’uomo pieno di odio è amaro e sterile, mentre quello dell’uomo pieno d’amore è dolce e redditizio. Capisci questa legge e rispettala. Se mentre stai lavorando ti senti rodere dal desiderio di cedere alla collera e alla ribellione ricordati che ogni giorno che passi senza amare ciò che fai é un giorno perduto che non tornerà mai più. E se la tua frustrazione non scema, interpretala come un segno e cercati un nuovo lavoro. Altrimenti finirai pietrificato, altrimenti la collera e l’odio riempiranno di rughe la tua fronte; e la noia renderà tristi i tuoi occhi e pesanti le tue palpebre: a quel punto, stanne certo, avrai allontanato da te la Dea Fortuna, che non sorride a chi non le sorride. Pensa alla sensazione atroce che proverai in punto di morte quando, facendo il bilancio della tua vita, sarai costretto a confessare a te stesso: ‘mi sono fatto intrappolare dalla società. Le mie paure hanno avuto la meglio sui miei sogni.’

Le parole del milionario andavano dritte al cuore del giovanotto, che in effetti non era nuovo a quei sentimenti di smacco e ribellione. Non aveva avuto il coraggio di ripudiare le sue paure come se fossero una vecchia sposa bisbetica e infedele per poter correre verso una nuova fidanzata che lo aspettava pazientemente sulla strada dell’avventura.

L’instancabile milionario riprese a parlare:

non bisogna prendere troppo sul serio la vita, ma non bisogna neppure credere che per fare ciò che vogliamo fare disponiamo di un tempo infinito. La vita, come la salute, è il dono più prezioso e più sottovalutato. Ci si rende conto del suo valore solo al momento di perderla. Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l’ultimo. Ma, al tempo stesso, persevera come se fossi eterno.

Chiedi a te stesso: ‘se dovessi morire domani, sarei contento della mia vita, del bilancio di ciò che ho realizzato?

Se dovessi morire domani, potrei dire in tutta onestà di avere fatto tutto ciò che potevo per essere felice?

Se sapessi di Dover morire tra un anno, accetterei di continuare a fare un lavoro che mi annoia?

Accetterei di non essere altro che l’ombra di me stesso, di lasciar ammuffire i miei sogni nell’anticamera della mia ignavia?’

Il milionario tacque per qualche istante, poi si rivolse direttamente al giovanotto:

se sapessi di Dover morire tra un anno, cosa faresti?

Manterresti il tuo impiego attuale?

ehm… no, non credo”

“chi ti dice che tra un anno sarai ancora vivo? Riesci a sopportare l’idea di aver regalato l’ultimo anno della tua vita a un lavoro che detesti?”

“no.. ”

“e allora, cosa aspetti?

2 thoughts on “il milionario…

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