L’inconscio, gli specchi, l’ambiente e la guarigione spontanea.
Nell’ambiente che ti circonda c’è tutto.
C’è la guerra e c’è la pace
c’è la fantasia e c’è la chiusura mentale
c’è la forza di volontà e c’è l’apatia
c’è la sapienza spontanea e c’è la presunzione laureata
c’è la cattiveria e c’è l’amore incondizionato
c’è l’avidità e c’è la generosità assoluta
c’è la forza bruta e c’è la debolezza fisica
c’è la debolezza d’animo e c’è la forza d’animo
c’è il profumo e c’è la puzza
c’è tutto e il contrario di tutto…
basta saperlo vedere.
Ma noi, cosa vediamo quotidianamente?
Riusciamo a vedere davvero tutto questo? tutto insieme?
Riusciamo a renderci conto di altre cose oltre le solite che vediamo sempre e da sempre?
Riusciamo a vedere una briciola d’amore in una persona che riteniamo odiosa?
Riusciamo a vede uno scorcio di bellezza in un ambiente deturpato?
Riusciamo a vedere la saggezza in un bambino oppure nelle parole “dell’ultimo fesso” del paese?
Tutto quel che ho elencato e molto molto altro ancora, esiste contemporaneamente nello stesso ambiente, in percentuali diverse, a volte molto diverse… anche con sproporzioni del tipo… 3% di amore 97% di odio… ma comunque in ogni ambiente c’è sempre tutto e contemporaneamente il contario di tutto.
Perfino in una scena di guerra atroce si può scorgere l’amore più assoluto in un gesto di un soldato che fa una azione disperata per salvare i suoi amici… in un animale che corre sotto il fuoco per andare a togliere i suoi cuccioli da quell’inferno…
Perfino in un matrimonio si può scorgere qualche segnale di cattiveria gratuita tra la gente che partecipa alla cerimonia, per invidia, per motivi personali, per strani ricordi mai compresi…
Perfino in un reparto di neonatalità si può vedere qualcosa di cattivo come anche in un funerale si può scorgere qualcosa che può far sorridere…
Cosa fa la differenza?
Cosa non ci permette di vedere altre cose oltre quelle che normalmente vediamo?
Tutto dipende dalla nostra focalizzazione mentale.
Zeland dice, “dove va la tua attenzione, li scorre la tua energia”.
E allora… cosa vediamo nella nostra vita quotidiana?
Dove, “spontaneamente” è focalizzata la nostra mente nella vita quotidiana?
Dove, in quale direzione permettiamo che scorra la nostra energia interiore?
Si dice che, il mondo che ci circonda è uno specchio di noi stessi… ma specificando meglio, è bene dire che è uno specchio dei nostri stati d’animo interiori e profondi.
Noi tutti, nel mondo che ci circonda vediamo tutto ciò che è in armonia con quel che sentiamo dentro, cogliamo tutto ciò che sentiamo dentro di noi e di cui non sempre ci rendiamo conto.
Le cose che vediamo all’esterno le scorgiamo tra milioni di altre cose di cui nemmeno ci rendiamo conto.
Perchè vediamo solo quello che abbiamo sempre visto?
Perchè non riusciamo a vedere altro?
Perchè non riusciamo a renderci conto nemmeno del fatto che esiste anche l’opposto di quel che vediamo quotidianamente?
La risposta è tutta nel nostro inconscio.
E’ Lui che ci spinge ad osservare qualcosa invece che altre cose, è Lui che focalizza la nostra mente sulla osservazione di alcune cose invece che di altre, ma lo fa ad un livello che la mente non è abituata a “cogliere”, lo fa al livello delle emozioni.
Poi succede anche qualcos’altro…
succede che, cercando la focalizzazione in una determinata e ben precisa emozione, finirà per spingerci verso “ambienti emotivamente densi di quella ben precisa emozione”, a quel punto siamo quasi in trappola e cominceremo a convincerci del fatto che il mondo ormai è diventato tutto così…
ma è proprio vero?
O ancora una volta… ci siamo solo focalizzati in modo sbagliato?
E se ci siamo ancora focalizzati in modo sbagliato, perchè stiamo ancora soffrendo per questa focalizzazione così controproducente?
l’inconscio è relativamente pigro o meglio, è un semplificatore, l’inconscio tenta sempre di trovare la strada più breve ed immediata, Lui pensa solo a mostrare le emozioni che “non funzionano bene”.
Lui cerca quotidianamente di mostrarcele attraverso la focalizzazione alla quale spinge la nostra mente e lo fa spingendoci a notare solo quelle cose che ci permettono di far emergere quella specifica emozione di cui ci chiede spiegazioni.
Lo fa come abbiamo già detto, focalizzando la nostra mente e precludendoci la possibilità di vedere altro, ci preclude la possibilità di vedere tutto quel che c’è oltre i suoi interessi del momento… e gli interessi del momento dell’inconscio sono semplicemente… mostrare l’emozione che oggi vuole comprendere.
Le emozioni che vuole comprendere l’inconscio sono tutte quelle che, nell’infanzia non sono state comprese in modo completo.
La vita dell’adulto di oggi, si basa sui ricordi dei primi tredici anni di vita, ogni ragionamento, ogni pensiero, ogni volontà o mancanza di volontà, ogni azione ripetitiva e/o caratteriale dipendono dal modo di utilizzare il “materiale emotivo” accumulato nei primi tredici anni di vita (più i nove mesi di gravidanza).
Tutto questo materiale emotivo è la base sulla quale si svolge la vita dell’adulto di oggi.
Ogni volta che nella vita dell’adulto di oggi ci si ritrova a dover utilizzare qualcuno di quei ricordi non completati, si innesca una sofferenza, è come un computer che ha mille programmi e alcuni di questi non funzionano bene, mancano dei files. Ogni volta che si dovrà aprire quel programma qualcosa non funzionerà a dovere innescando sofferenza per l’attesa del risultato finale… che non arriva e non arriverà mai fino a quando non andremo ad inserire i files mancanti.
Tutto quel che si può fare con quel programma, non verrà mai fatto fino a quando il programma non funzionerà alla perfezione, cioè, fino a quando non sarà completo.
Le manifestazioni della vita, con le loro spinte emotive che ci portano a ripetere certe sofferenze in modo a volte idiota, a volte stupido, a volte istintivo…
ogni manifestazione di vita che ci provoca queste sofferenze ripetitive, è il segno chiaro e tangibile di una sofferenza interiore da comprendere, un ricordo dell’infanzia in cui il bambino di allora non ha compreso tutto.
Quel ricordo è un frammento di noi che è rimasto lì, a quell’evento, e come tale, ad un certo punto della vita, quando quel ricordo diventerà necessario per la nostra prossima evoluzione, quel frammento del “me stesso bambino” si presenterà e chiederà spiegazioni, chiederà di aggiungere i files mancanti, chiederà di comprendere cosa è successo in quella scena, in quell’evento della sua infanzia e per farlo… essendo la sua, una memoria puramente emotiva, lo farà focalizzando la nostra attenzione su tutto ciò che gli viene a tiro e che potrà permettergli di mostrarci quella specifica emozione sotto forma di sofferenza emotiva.
Se non lo comprendiamo le prime volte, cercherà sempre di più, sempre più frequentemente, sempre con maggiore attenzione sempre verso quella emozione e… siccome, come abbiamo detto all’inizio, ogni ambiente è pieno zeppo di possibili manifestazioni emotive, cioè, in ogni ambiente si possono trovare tutte le mille sensazioni (il numero mille non è a caso) che l’uomo potrebbe cogliere, la focalizzazione della attenzione alla quale l’adulto di oggi verrà spinto, sarà sempre più verso quei particolari che richiamano quella specifica emozione.
Potrà anche stuzzicare, stimolare… provocare una persona che ha in se qualche semino, foss’anche a livello infinitesimale affinchè ci dia una “botta emotiva” che non ci saremmo mai aspettati.. quelle cose che davvero mai mentalmente saremmo capaci di immaginare e, quando cominceranno queste manifestazioni così “assurde” è bene aprire gli occhi e cominciare a farsi delle domande serie perchè da lì a breve la vita si focalizzerà tutta intorno a quella emozione che l’inconscio ti sta chiedendo di capire.
Se saremo proprio duri a comprendere… accadrà come già detto… che ci sposteremo, come attratti misteriosamente, verso ambienti dove quella emozione è predominante, e inoltre quella stessa emozione la vedremo dappertutto intorno a noi anche negli ambienti dai quali non possiamo sfuggire (casa, lavoro, amicizie ecc..).
Quella emozione non compresa si potrebbe manifestare anche sotto forma di malattia, infatti ogni malattia, ha una radice emotiva.
Se sei pervaso dall’odio… non sarà difficile che tu si sposti come attratto verso ambienti densi di odio… dove ci si picchia per un non-nulla, dove si sale sul ring, dove c’è competizione spasmodica, dove ci si… odia.
Se sei pervaso dalla indifferenza interiore… non sarà difficile che tu ti sposti spontaneamente verso ambienti dove l’indifferenza la fa da padrone o addirittura provocherai delle persone innocenti affinchè si comportino nei tuoi confronti in modo indifferente, l’inconscio ti spingerà sempre più frequentemente verso ambienti e o persone che ti faranno sentire sempre di più l’indifferenza…
Attenzione però…
L’indifferenza come l’odio e come anche qualunque altra emozione che l’inconscio ti spinge a “vedere”, potrebbe farlo in mille modi diversi, può farlo facendoti accusare di essere tu l’indifferente, potrebbe farlo facendoti soffrire per l’indifferenza degli altri e magari tu… ti senti anche una persona lontanta da questo sentimento ma…
…se è una sensazione che ti pervade dall’esterno, è sempre segno che tu la senti dentro di te.
Questo NON SIGNIFICA che tu sia indifferente o che tu ti comporti come tale, ma di sicuro tu hai un problema con quella emozione, hai, nei confronti di quella emozione la mancanza di qualche file, non hai capito bene cos’è l’emozione dell’indifferenza o comunque quella che sia l’emozione che ti sta facendo soffrire.
Nel tuo “sistema emotivo”, l’emozione della indifferenza (o quella che sia… qualunque altra emozione) è incompleta, è una emozione che non hai compreso per intero e che adesso il tuo inconscio ti sta chiedendo di comprendere meglio.
Quindi, la modalità di manifestazione di una emozione che “non ci funziona bene”, è sempre variabile, il punto da comprendere è solo che quella emozione è presente nella nostra vita in modo un pò troppo insistente e che genera sofferenza, quindi è segno che il nostro inconscio ci sta chiedendo di comprenderla perchè nella nostra infanzia qualcosa riguardo a quella emozione non gli è stata chiara.
Per comprendere per intero una emozione bisogna ritornare al passato, bisogna ritornare nella nostra infanzia e più precisamente nel momento in cui il bambino di allora non ha compreso quell’evento, quella situazione, quel trauma, quel qualcosa che il bambino di allora probabilmente non poteva capire.
Potrebbe esser accaduto che non abbia capito perchè era troppo piccolo ed inesperto della vita, potrebbe essere che si sia bloccata la comprensione perchè l’ha interpretata in base ad altri ricordi che a loro volta non aveva capito prima, potrebbe essere che si sia trattato di una pressione emotiva durata troppo tempo per cause esterne che un bambino non può comprendere per natura, potrebbe essere stato un trauma… ma comunque è sempre qualcosa che il bambino di allora non ha capito.
Si, bisogna fare una regressione nel proprio passato.
Ma vi do una buona notizia…
queste regressioni sono possibili anche in modo spontaneo, cioè… è possibile (a me è successo più volte) che la semplice comprensione del fatto che una sofferenza emotiva è presente nella nostra vita in modo ricorrente possa innescare un processo di ritorno al passato in modo spontaneo.
Il punto è… rendersi conto realmente e coscienziosamente di tutto questo meccanismo nella vita quotidiana.
Purtroppo siamo stati indottrinati a vedere queste cose solo in ambienti protetti… cioè per esempio in meditazione o in seduta presso uno psicologo o psicoterapeuta… ma non è così che funziona.
Le manifestazioni dell’inconscio vanno viste nella vita quotidiana, quotidianamente, ogni giorno, ogni minuto, non va perso nemmeno un momento della nostra vita quotidiana alla ricerca della sofferenza emotiva che ci sta attanagliando e di cui evidentemente l’inconscio ci chiede spiegazioni.
È proprio nella vita quotidiana che tutto accade e tutto si manifesta, ed è lì che vanno ricercate.
Non a caso i più saggi maestri di vita del passato hanno sempre insistito in quel tanto famoso quanto incompreso QUI e ORA.
Se impariamo a fare questo lavoro quotidianamente, accadrà che riusciremo a vedere il collegamento tra questa sofferenza emotiva e la vita già vissuta.
L’inconscio lavora così… e se lo comprendiamo, mentre riusciremo a vedere il collegamento con ciò che abbiamo già vissuto negli ultimi giorni riguardo a quella emozione, si innescherà un meccanismo spontaneo che, ricordo dopo ricordo, ci ripresenterà tutte le volte che l’inconscio ci ha presentato quella sofferenza emotiva e in questa cascata a ritroso si arriverà al momento iniziale, al ricordo iniziale.
È un meccanismo spontaneo che abbiamo tutti, se non funziona è solo perchè siamo ancora troppo legati alla osservazione del fatto materiale invece che dell’aspetto emotivo della scena che abbiamo appena vissuto e che ci ha generato la sofferenza.
Stiamo ancora dando la colpa agli altri e finchè lo faremo, non sapremo vedere per intero l’aspetto emotivo che l’inconscio ci sta presentando e… finchè non avremo compreso quel che c’è da comprendere per quella sofferenza emotiva nostra, tutta personale sulla quale semplicemente ci siamo focalizzati noi, per specifica richiesta del nostro inconscio, finchè non capiremo questo, il nostro inconscio non potrà far altro che spingerci sempre più frequentemente verso ambienti e persone più predisposte a farcela vivere… cioè… finchè non lo capiremo che non ci sono colpevoli esterni, noi continueremo a cercarcele come ciechi nel buio della nostra volontà di non vedere.
Quando saremo riusciti a ritornare alla scena iniziale, (che sia in regressione spontanea o con sistemi tipo ipnosi regressiva o auto-ipnosi regressiva o con il sistema kinesiologico) cioè al momento dell’inizio del blocco emotivo che ci ha generato tutta la sofferenza che abbiamo vissuto, quando saremo davanti al bambino che eravamo allora, si dovrà fare un lavoro particolare…
Si dovrà spiegare al bambino di allora che cosa non ha capito, si… è come andare nel sistema operativo di un computer ed inserire dei files proprio nella parte dell’hardware che è interessata, non puoi inserire questi dati adesso, devi inserirli nell’età che avevi in quel momento…
è, a quel bambino che sei stato tu, che devi spiegare le cose…
è proprio quel ricordo che va ricontestualizzato con la maturità dell’adulto di oggi e va spiegato per intero, va spiegato tutto ciò che non ha capito il bambino di allora, con la mente che scende, si cala proprio nel momento in cui il bambino che eravamo non ha capito qualcosa.
Una cosa importantissima da comprendere prima di arrivare laggiù… è che ogni persona che è stata coinvolta in quell’evento e quindi nella nascita di quella sofferenza, così come ogni persona che nel corso della vita ci ha fatto soffrire per quello stesso motivo, era sicuramente spinta dalle sue personali “esigenze emotive inconsce”, cioè da un comportamento di cui lui stesso non si rende conto, qui, a questo punto, devi dimostrare tutta la tua maturità di oggi, tu oggi hai compreso il perchè, perchè soffrivi e facevi soffrire (ovviamente a livello inconscio) per un tuo ricordo infantile non compreso…
lo stesso vale per tutti, anche quella persona che ti ha fatto da “costruttore” di un blocco emotivo è stata vittima di un suo blocco emotivo che lo ha spinto a comportarsi male nei tuoi confronti generando in te il problema che oggi stai risolvendo, quindi, come tale, come persona inconsapevole, va assolutamente perdonata.
Non ti libererai mai da un blocco emotivo se non perdoni a 360° sferici ogni persona che ti ha fatto soffrire a cominciare da chi ha permesso l’inizio del tuo blocco emotivo, perchè significa che ancora qualcosa non l’hai capita, non hai capito che stiamo tutti davvero nella stessa b-arca.
Ora come allora, ogni persona che genera in noi una sofferenza è semplicemente un’attore inconsapevole che recita per noi qualcosa spinto dalle esigenze di manifestazione del nostro inconscio ma anche dalle sue personali esigenze emotive di cui lui stesso è inconsapevole… e lo stesso facciamo noi con tutti gli altri che ci circondano.
Tuttavia può consolare il fatto che, se tu risolvi il tuo problema, non sentirai più la spinta emotiva intima a provocare quella persona ed altre come lui affinchè ti mostrino le tue e loro sofferenze inconsce.
Ricordati che, la fuori c’è “tutto e niente” allo stesso momento.
C’è tutto quello che riesci a vedere e lo vedi solo perchè la tua focalizzazione inconscia te lo permette… anzi, te lo chiede…
ma contemporaneamente non c’è nulla di tutto il resto semplicemente perchè tu non lo vuoi vedere, perchè sei focalizzato sulla colpa degli altri, sulla sofferenza interiore che ti attanaglia senza renderti conto del fatto che… sei tu a cercartela… ma non tu mentalmente, sei tu inconsciamente.
Ricordati, incontriamo quotidianamente decine se non migliaia di persone… ce le ricordiamo tutte?
Perchè ne ricordiamo solo alcune e ne ignoriamo totalmente la presenza di tantissime altre?
Aggiungo…
la sofferenza, permette di produrre in noi delle bioenerie particolari che hanno il “potere” di riscrivere anche il nostro dna, di riscrive tutto ciò su cui siamo focalizzati, alzando in questo modo la nostra capacità di focalizzazione, è una trappola per l’inconsapevole, ma è anche il sistema spontaneo di liberazione dalle emozioni che ci fanno soffrire per chi è diventato consapevole di tutto quel che fin qui abbiamo detto.
A volte la semplice comprensione del momento iniziale può innescare una autoguarigione, altre volte invece innesca solo la consapevolezza.
Se, le prossime volte che ci troveremo davanti alla stessa sofferenza, riusciremo a focalizzare la nostra consapevolezza verso la comprensione della scena iniziale, se riusciremo a renderci conto che è in atto una riscrizione di quella capacità di gestire quella emozione per il nostro futuro e se lo facciamo (ripeto) con la giusta consapevolezza, allora, queste ennesime sofferenze diventeranno guaritrici, saranno le ultime volte che noi soffriremo per la nostra incapacità di gestire quella emozione e quell’evento.
Di solito però, se non c’è stata una guarigione dalla sola comprensione dell’evento, è perchè non gli abbiamo spiegato davvero tutto a quel bambino che eravamo, ci è sfuggito qualcosa oppure non abbiamo voluto accettare qualcosa, altrimenti, la semplice comprensione totale dell’evento iniziale è sufficiente a guarire per sempre una emozione non compresa, a volte proprio all’istante, specialmente se in questa fase di comprensione si verificherà una risata sonora ma ovviamente assolutamente spontanea oppure in pianto che sarà evidentemente liberatorio.
Se queste due cose non avvengono non disperate… vi toccherà ancora qualche giorno di sofferenza ma la consapevolezza acquisita comunque riscriverà con quella sofferenza residua che continuerete a vivere, tutto quel che c’è da riscrivere, è possibilissimo che in quelle ulteriori sofferenze residue emergerà il ricordo che vi è sfuggito di spiegare al bambino di allora… e questo permetterà di risolvere per sempre quella emozione.
Questo si farà per ogni singola emozione che genera sofferenza, non è mai una sola… ma la bella notizia è che comunque, per ogni emozione he si risolve, la vita si acquieta sempre di più e le cose diventano sempre più chiare e limpide.
ricordiamoci che, vediamo solo quel ceh è in risonanza con le nostre “esigenze emotive inconsce”, vediamo solo quel che serve al nostro inconscio per manifestare i suoi intenti di evoluzione…
Si, intenti di evoluzione, perchè quando avrai compreso e guarito tutte le ferite emotive della tua infanzia, tu sarai una persona totalmente evoluta nel tuo livello animico e pronta per l’evoluzione spirituale.
Attraverso la guarigione delle ferite emotive si guarisce anche l’anima, il Karma.
Con la guarigione dell’inconscio si può guarire la vita stessa, non ci sarà più la necessità di manifestare sofferenza e rimarrà la possibilità di manifestare solo il resto… cioè la gioia piena e vera e… contagiosa ed anche tutte le qualità della nostra anima.
Non avremo più la spinta emotiva inconscia a cercarcele, non avremo più lo stesso carattere anzi… forse non avremo più proprio il carattere, avremo una apertura mentale totale, avremo raggiunto la maturità emotiva, avremo la possibilità di raggiungere >>l’uno<<, cioè l’unità tra la mente conscia, la mente inconscia e l’anima.
A quel punto ci aspetterà un’altro stadio evolutivo… quello dello Spirito, a quel punto sapremo ascoltare lo spirito senza i filtri delle nostre paure inconsce, a quel punto diventeremo Luce per tutti quelli che ci incrocieranno che in noi non potranno trovare nessun aggancio per le loro sofferenze inconsce ma troveranno un punto di ristoro per l’anima, un punto dove poter vedere, seppur a livello assolutamente inconscio ed inconsapevole, tutte le loro possibilità che per adesso sono solo a livello potenziale, una speranza di un futuro migliore, senza sofferenza, fatto d’amore vero, spontaneo, pieno, reale, incondizionato.
Giuseppe Lembo
San Paolo di Civitate (FG)
14 febbraio 2016
Grazie
grazie a Te. 😉
Stupendo!!! grazie mille Giuseppe
Grazie a Te 😉
cosa dire?
<3
Un articolo profondo e molto utile. Non so come ringraziarti. Dal cuore proprio ora è sempre Grazie.
Grazie a Te 😉