“il materiale emotivo” da “costruzione”

Materiale emotivo, materiale da costruzione

 

Costruiamo tutto con ciò che abbiamo in mente.

Pensiamo a una cosa, ci muoviamo in qualche modo, ci mettiamo al lavoro e costruiamo ciò che avevamo in mente.

 

Ma come arriviamo a fare certe cose in “un certo modo” tutto nostro?

 

Pensiamoci un po’.

 

Quante volte è successo che abbiamo preso delle decisioni in un momento di rabbia e poi ci siamo pentiti di quella decisione?

Quante volte abbiamo preso delle decisioni in un momento di euforia e poi ci siamo pentiti di aver deciso e fatto in quel modo?

Quante volte è successo che abbiamo preso decisioni in momenti in cui eravamo in stati d’animo particolari o comunque alterati e poi ci siamo pentiti di quelle decisioni?

 

Eppure sembravano decisioni sagge in quel momento, addirittura logiche!

 

Questi semplici ricordi dovrebbero bastate  per capire una cosa fondamentale che viene sempre presa in poca considerazione, l’importanza dello stato d’animo nel determinare quello che facciamo.

 

Ora, quando noi parliamo di grandi decisioni o di situazioni estreme è facile vederlo, ma un po’ più sottile è accorgersi di questo, quando un certo tipo di stato d’animo latente, silenzioso, di sottofondo, ce l’abbiamo dentro e ce ne facciamo accompagnare quotidianamente, quando certi stati d’animo non proprio ottimali ce li portiamo a spasso ovunque, quando da certi stati d’animo ci facciamo quasi cullare quotidianamente, anche se evidentemente non sono proprio buoni per costruirci sopra una vita “ideale”.

Questi stati d’animo latenti influiscono su tutto senza che ce ne rendiamo conto al pari delle grandi decisioni prese in momenti di coscienza alterata.

Anche le piccole decisioni; giro a destra, giro a sinistra, vado avanti, torno indietro, resto fermo, faccio questo o faccio quello…

Tutte le piccole decisioni quotidiane, anche quelle apparentemente insignificanti, quelle che proprio nemmeno prendiamo in considerazione, ma che tutte messe insieme costituiscono il materiale con il quale fabbrichiamo la nostra vita quotidiana, sono sensibili agli stessi meccanismi delle grandi decisioni.

 

Per esempio… Arrediamo una casa anche con tanti piccoli oggetti che aggiungiamo giorno dopo giorno, dopo averci cominciato ad abitare e, “il colore”, l’ingombro che questi tanti piccoli oggetti in più porteranno pian piano nella nostra nuova casa, saranno determinati dal colore delle nostre emozioni nel momento dell’acquisto.

 

La nostra emotività profonda determina tutto, non solo la disastrosità delle grandi decisioni prese sull’onda di un momento di rabbia o euforia.

 

Ogni momento della nostra vita è un mattone che noi fabbrichiamo e con il quale poi mettiamo in piedi la nostra casa interiore ed esteriore.

Di ogni mattone che fabbrichiamo ne decidiamo la forma, il colore, la consistenza, l’utilità, sempre in base allo stato d’animo di quel momento e in base alla sua consistenza e caratteristica determiniamo anche tutto quello che ci costruiremo sopra in futuro.

 

Anche il ragionamento più mentale che possiamo immaginare, il più razionale che si possa pensare sarà sempre influenzato e determinato dallo stato d’animo di quel momento.

 

Nulla sfugge alla capacità progettuale dello stato d’animo, nulla è esente dalla componete emotiva, non esiste davvero nulla che non abbia avuto una componente emotiva prima di essere stato costruito.

 

Per questo è importantissimo imparare a “vedere in un certo modo” se stessi nella vita quotidiana, proprio mentre stiamo facendo le cose apparentemente più banali, perfino nella più noiosa routine.

 

Gli stati d’animo, soprattutto quelli latenti e silenziosi, quelle emozioni di sottofondo che ci accompagnano quotidianamente, determinano cosa e soprattutto come costruiamo i nostri ragionamenti, i nostri pensieri, come prendiamo le nostre decisioni quotidiane, come ci facciamo girare in testa i nostri progetti per poi portarli nel mondo con le azioni quotidiane che sono molto spesso anche semplici relazioni con le persone, questo modo di “pensare”, determinerà i successi e gli insuccessi della nostra vita.

 

L’AutoOsservazione quotidiana è la chiave di tutto, è il modo per imparare da se stessi come abbiamo fatto a creare quello che stiamo vivendo, è la via per prendersi coscienziosamente la responsabilità (che non è colpa) di quel che stiamo vivendo.

Imparando da noi stessi a vedere come abbiamo fatto fin qui, prendendone coscienza, pienamente, sapremo anche come fare per poter fare i prossimi passi in un modo diverso, forse più utile e maturo.

 

Si studiano tecniche di manipolazione di se stessi, autoconvincimenti, autoipnosi, autoaiuto, ci si rivolge a “professionisti della crescita personale” per cambiare quel che siamo perché non ci piaciamo così come siamo e ci allontaniamo sempre di più dall’unico maestro che potrebbe dirci perché davvero siamo arrivati a questa condizione.

 

L’unico che può conoscerci davvero, siamo noi stessi, siamo solo noi quelli che stanno 24 ore al giorno con noi eppure siamo la persona che conosciamo meno di tutte.

 

Tutto quello che viviamo l’abbiamo costruito noi o come minimo ce lo siamo scelto noi.

Ogni scelta è stata determinata da uno stato emotivo interiore di cui non eravamo consapevoli e attraverso questa emotività inconsapevole abbiamo scelto qualcosa che, essendone permeata ci ha messo davanti, SE STESSA nel mondo materiale, di cui ci siamo circondati.

 

L’emotività inconsapevole ha determinato la nostra vita quotidiana, nel bene e nel “male”.

 

Vederla nella quotidianità ci permette di prenderne coscienza, ci permette di vedere cosa stiamo costruendo prima che esso si manifesti in modo “concluso” e non più modificabile.

 

Ma per arrivare a questa possibilità, bisognerà avere il coraggio di permettere che tutto si compia nella sua spontaneità pur quando sappiamo che non sarà una manifestazione “conveniente”, questo perché siamo tutti come San Tommaso, abbiamo tutti bisogno di mettere le mani nelle piaghe, nelle nostre piaghe per poter vedere e credere.

 

Quando l’avremo visto davvero, crederemo e saremo finalmente in grado di “scegliere”, se non proprio tutti i fatti da manifestare nella nostra vita futura, almeno lo stato d’animo che dovrà darci perché sceglieremo da uno stato d’animo più maturo, più consapevole.

 

E, se ciò che scegliamo lo scegliamo in base al nostro stato d’animo di base, se saremo guidati dalla consapevolezza e dalla presenza a noi stessi nella vita quotidiana, tutto ciò che continueremo a costruire sarà sicuramente all’insegna della consapevolezza.

 

Ma c’è di più, probabilmente non vorremo nemmeno più scegliere.

Mi ritornano in mente le parole del caro Amico Roberto Senesi:

“se vuoi far sorridere Dio, raccontagli i tuoi progetti”.

 

per approfondire, leggi anche questo post che è un libricino online gratuito di cui a fine articolo c’è anche il pdf:

AutoOsservazioni di un contadino dalla meditazione alla vita quotidiana

 

 

2 thoughts on ““il materiale emotivo” da “costruzione”

  1. Leggevo il commento sulla pigrizia, noto che ripeto comportamenti genitoriali paterni sulla pigrizia rispetto alla volontà di realizzare un progetto lavorativo; crescendo, sto replicando gli stessi identici comportamenti paterni che non hanno portato al bene.

    • L’importante è vederlo senza dare un giudizio.
      Se lo vedi in modo puro, qualcosa in te accadrà per fare in modo da “trascendere” questo comportamento.

      Oppure, sempre quel “qualcosa in te”, ti guiderà verso qualcosa o qualcuno che ti darà i mezzi per risolvere.

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