Inconscio, studio su di se e aspettative (mentali).

Inconscio e aspettative…

In queste (ormai) passate “vacanze di Natale” mi sono ritrovato in situazioni un pò… anomale.

Abbiamo avuto un’altro lutto in famiglia con una lunga sofferenza, abbiamo visto di nuovo al lavoro un certo tipo di energie, sia in modo spontaneo che in modo “un pò guidato”, abbiamo visto di nuovo che l’ammalato migliorava un pò (molto poco ma comunque qualcosa succedeva sempre) in certe condizioni e alcuni se ne sono accorti ma poi… inevitabilmente c’era la ricaduta e qualcuno (compreso io stesso) ha cominciato a farsi qualche domanda…

In famiglia si sa cosa sto studiando, si sa che io ho risolto i miei tanti “problemini” e che su mio consiglio ma con un altro tipo di lavoro (che tra gli altri ho fatto anch’io in una parte del mio percorso e di cui ringrazio sempre l’Amico Piero Gliosca) una mia familiare ha risolto problemi di intolleranze e allergie molto gravi di cui tutti sapevano da oltre vent’anni e quindi… si sa che avrei potuto fare qualcosa e forse l’ho fatto ma questo alla fine, visto l’esito ha generato più sofferenza che sollievo.

 

Le aspettative di chi sa che stiamo facendo un certo percorso di studi molte volte vanno oltre le nostre capacità reali… almeno le nostre capacità del momento.

Non so se un domani potrò fare cose più efficaci, stabili, durature e definitive, ma al punto di comprensione al quale sono arrivato, nemmeno me lo chiedo più… quel che sarà… sarà.

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Chi vede dall’esterno questo genere di percorsi non sa cosa c’è dentro, cosa si fa realmente quando ci si comincia a relazionare con le proprie parti “nascoste” (ma neanche tanto nascoste).

 

La cosa particolare però è che molto spesso anche persone che ci sono dentro in realtà vivono ancora nelle aspettative mentali e troppo spesso le troviamo anche tra coloro che lo fanno per mestiere, continuando a generare (anche tra i loro “clienti”) aspettative mirate… ma ne parleremo tra un pò.

 

Tornando a chi ci vede dall’esterno, a chi non ha mai affrontato questo genere di argomenti…

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Le vedo divise tra coloro che si aspettano cose mirabolanti ma potenzialmente buone, come una guarigione o una comprensione (e per fortuna stanno aumentando) ed altre persone che invece si allontanano perchè pensano che uno che studia l’inconscio, può manipolarti o peggio… pensano che si sia entrati in questioni di stregonerie e cose simili.

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Nessuno di loro ha totalmente torto, perchè la realtà, a livello potenziale è questa.. si può aiutare (favorire) una guarigione (e posso affermarlo perché l’ho visto in me ed anche in qualcun’altro) e si può anche manipolare… ma questo… solo a livello potenziale… cioè non è da escludere che qualcuno affronti questi studi in questi modi mirati.

Io ho fatto il mio percorso, lo studio dell’inconscio l’ho avviato oltre vent’anni fa con un certo tipo di PNL mirata a modificare alcuni miei comportamenti con risultati materialmente tangibili (soprattutto commercialmente), ma poi… rendendomi conto che il manipolare me stesso mi aveva portato sostanzialmente a diventare un manipolatore di me stesso e potenzialmente anche degli altri, mi ha “spaventato”.

In qualche modo ho rimosso quel che avevo imparato a fare.. ritornando ad una “vita normale”.

Poi, ovviamente se l’anima ti ha messo davanti qualcosa che non hai portato a termine… in qualche modo ti ci riporta su quel percorso, tra tante peripezie dopo qualche anno mi sono ritrovato per altre vie di nuovo nello studio di questo nostro caro bambino interiore… ma per strade diverse.

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Dopo molti libri letti sulla legge di attrazione, in cui invece di cercare di capire come fare per ottenere delle cose… ho cercato di capire COME HO FATTO PER… per crearmi quel che avevo vissuto fin lì… ho cominciato a studiare in modo diretto e mirato proprio l’inconscio, rendendomi conto che molte volte c’ero già arrivato a questi studi, ma per qualche motivo stavo evitando continuamente di affrontare e approfondire l’argomento, c’era qualcosa in me che mi fermava.

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Leggendo il bellissimo libro di Antonio Origgi, “L’inconscio per amico”, dopo un buon terzo del libro cominciai ad avere problemi di vista, non riuscivo più a leggere, facevo fatica…

Mi alzai dalla scrivania convinto di dover andare dall’oculista e… andando verso la porta della stanza ebbi una “intuizione”…intuizione

Compresi che la mia difficoltà a leggere, era cominciata con quel libro… presi un giornale per fare una verifica e mi accorsi che il Quattroruote io lo leggevo benissimo, riprendevo il libro e non riuscivo a leggere…

il segnale era chiaro… non avevo bisogno dell’oculista… avevo bisogno invece di capire perché qualcosa in me non voleva leggere quel libro.

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Scesi in un certo senso a patti con il mio inconscio dicendogli che… avrei letto il libro in modo velocissimo senza cercare di capire proprio nulla… affidando a Lui la comprensione e decisione se… rileggerlo poi in un secondo momento con più attenzione oppure no e abbandonarlo per sempre.

Come per “magia” mi si schiarì la vista… forse è stato il primo dialogo totalmente consapevole con il mio inconscio e la prima manifestazione chiara, evidente e veloce delle sue potenzialità in me stesso.

Poi, dopo aver letto molta altra roba sempre sull’inconscio ho fatto anche il corso base di Antonio Origgi…

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e qui… ritorniamo all’argomento iniziale… le aspettative.

In un primo momento, quando imparai, grazie a quel corso, un certo tipo di dialogo interiore e soprattutto imparai ad usare il test kinesiologico, cominciai a lavorare proprio in modo diretto nell’inconscio e lo feci come tutti con un obiettivo ben preciso.

L’obiettivo era quello di arginare la deriva economica nella quale stavo cadendo per l’ennesima volta… cioè spezzare quello schema che nella mia vita si era già ripetuto troppe volte.

ma…

…ma dopo 5 mesi di lavoro continuo e mirato… non ottenni che una parziale risoluzione di due soli blocchi emotivi che all’inizio sembravano il punto focale di tutti i miei problemi… ma poi mi accorsi che erano davvero cose molto ma mooolto marginali. (anche se assolutamente reali).

A fine gennaio dell’anno successivo feci il secondo corso, quello più approfondito ma per un altro paio di settimane… anche se con decisamente più mezzi a disposizione (dati dal corso avanzato) qualcosa ancora NON funzionava come mi aspettavo…

…e ritorniamo di nuovo alle aspettative.

 

Fu solo a metà febbraio che presi una decisione.

Visto che… comunque il metodo funziona e visto che per ottenere quel che volevo io… c’era qualche ostacolo che non riuscivo a vedere… feci un ennesimo patto con il mio inconscio…

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Mi (Gli) dissi, non voglio più per forza comprendere cosa TU inconscio non riesci a fare nei confronti dell’argomento denaro… ma voglio che TU inconscio mi dici cosa vuoi comprendere… è evidente che, la scala delle priorità tra l’inconscio e la mente è diversa…

abbiamo un mezzo a disposizione (gli insegnamenti dei corsi) mettiamolo al lavoro, qualcosa di buono arriverà comunque.


Quindi, ho dato la precedenza alla scala delle priorità dell’inconscio.

Come ho fatto…

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ho semplicemente scritto durante la giornata le difficoltà che incontravo e le sensazioni che erano evidentemente attribuibili a difficoltà inconsce, prendevo appunti e poi la sera a casa, “in un certo stato meditativo”, chiedevo all’inconscio (con il test kinesiologico) cosa voleva comprendere e risolvere tra tutti gli appunti presi in giornata… uno per volta… uno ogni serata… ma non tutte le sere. (un paio di volte a settimana per dare il tempo di metabolizzare i lavoro fatto).

 

Mi sono ritrovato a lavorare su cose che non immaginavo minimamente, a toccare argomenti interiori che ritenevo assolutamente irrilevanti, non sapevo proprio dove mi stava portando il mio inconscio, non riuscivo davvero a capire dove voleva andare a parare ma vedevo comunque che qualcosa in me stava cambiando, mi sembrava di stare meglio e questo mi bastava per andare avanti… mi sono affidato a quel che emergeva quotidianamente, nella vita quotidiana, proprio durante il giorno, durante le relazioni con le persone, durante il lavoro, durante i miei viaggi, in ogni cosa, nel momento in cui sentivo qualcosa che non andava, prendevo appunti nell’agenda del telefono e la sera… si lavorava secondo il metodo insegnato da Antonio Origgi, un metodo al quale poi io ho anche apportato delle modifiche personali.

A metà febbraio ho fatto questa svolta, a giugno mi sono scoperto guarito da alcune allergie che avevo, poi indagando più a fondo mi accorsi di non avere più praticamente nulla delle problematiche fisiche che avevo da sempre e alle quali mi ero semplicemente adattato nel corso della vita.

In questo modo NON HO POTUTO CAPIRE quale tra i tanti blocchi emotivi rimossi ha determinato le singole guarigioni… ma so che è sparito tutto e sto bene, in perfetta salute…

Mi ricordo che a fine giugno 2015 ho pianto di gioia, mi resi conto che non avevo mai preso in considerazione me stesso, nel corso della vita per ogni problema che sopraggiungeva trovavo un rimedio, un adattamento e andavo avanti ma non risolvevo nulla, semplicemente pensavo al lavoro, a come fare meglio le cose materiali, le cose esteriori ma… ma per me stesso… solo adattamenti continui.

Ho preso responsabilità di me stesso e questo fu il primo risultato del lavoro con mio inconscio, la guarigione… la MIA guarigione.

A pensarci bene la cosa ha un senso la scelta dell’inconscio di partire da qui, dalla guarigione del corpo… del resto, se vogliamo capire cose più elevate, lo possiamo fare solo se stiamo bene, ogni cosa nasce da dentro noi stessi e da un “noi stessi malato”, cosa può nascere? Cosa possiamo manifestare se siamo malati?

E ritorniamo alle aspettative…

tutti cominciamo allo stesso modo, tutti cominciamo a lavorare nell’inconscio perché abbiamo un problema che sta diventando grave o già lo è diventato e tutti vogliamo risolvere QUEL problema, ma quasi mai ci rendiamo conto della fonte di quel problema in noi.. paradossale ma vero… intraprendiamo lo studio di noi stessi per risolvere qualcosa in noi stessi e… per l’ennesima volta invece di guardare noi stessi guardiamo l’esterno… riferiamo il lavoro interiore all’esteriorità della vita mirando ancora una volta a qualcosa di esterno invece che all’interno… invece che alla fonte di tutto che è sempre dentro di noi.

Cosa ci aspettiamo da un “lavoro interiore”?

Cosa vogliamo ottenere con un percorso di lavoro nel nostro inconscio?

Cosa vogliamo vedere accadere nella nostra vita dopo un certo “percorso interiore”?

 

mi ritorna in mente una frase citata spesso…

Quando credi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia le domande… ed è proprio questo quello che accade quando davvero il lavoro nel proprio inconscio ha dato dei risultati reali… cambiano inevitabilmente i punti di vista.

 

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Io spero che dopo questa riflessione cambino le aspettative e ci si renda conto del fatto che, colui che deve cambiare, troppo spesso non sa nemmeno cosa deve cambiare, non sa nemmeno da dove deve cominciare ma in noi tutti, dentro ognuno di noi, c’è chi sa cosa fare e lasciandolo fare, darà risultati inaspettati ma meravigliosi… Lui sa dove guardare, se noi siamo arrivati ad avere bisogno di alchimie strane proprio per comunicare con Lui, evidentemente è perchè per troppo tempo non l’abbiamo ascoltato… al massimo l’abbiamo interpretato ma sempre in base alle nostre volontà mentali.

 

link alla serata su RadioVisioneAlchemica in cui si è parlato di questo argomento… https://www.spreaker.com/user/5970083/giuseppe-lembo-inconscio-e-aspettative?tab=messages