La torre di Babele.

Immagine1

Volontà e/o desiderio…
Due cose erroneamente ritenute quasi sinonimi ma, quantisticamente opposti.


Se hai la pura volontà di fare una cosa, agisci in un modo, se hai il desiderio di fare la stessa cosa, agisci apparentemente nello stesso modo ma, cambiano le emozioni di base.


Nel desiderio si nasconde l’emozione della mancanza, si nasconde l’ansia, si nasconde il timore di non riuscire ad avere, si nasconde una fiducia vacillante.


In termini yogici si direbbe che il desiderio e’ di lato sinistro, legato a quel che abbiamo già detto ed al passato o tutto quel che è collegato o collegabile al passato, ai nostri ricordi (soprattutto quelli di mancanza o fallimento).


Il volere è di lato destro, yogicamente diremmo di azione diretta, facendo attenzione a NON caricare il nostro volere di un’altra negatività come per esempio l’aspettativa (che ci proietterebbe nell’ansia), il volere è certamente uno stato d’animo più utile.


Tuttavia..
L’ideale e’ e rimane il qui e ora.
Nessuna ansia, nessuna aspettativa, solo fede e fiducia.


Molte, troppe volte noi vogliamo o desideriamo qualcosa che non è in accordo con la nostra anima.
Nonostante questo, volendo, possiamo avere tutto, desiderando possiamo avere sempre il contrario di quello che chiediamo… Noi, Otterremo sempre la stessa emozione che sentiamo dentro.

L’Universo sembra non conoscere le parole, per l’Universo il linguaggio parlato e’ la torre di Babele.
Però sa ascoltare bene le emozioni e quelle, ce le restituisce costantemente.

Del resto, anche tra persone, la vera comunicazione si svolge a livello emotivo, ma non ce ne rendiamo conto mai.

provate con i bambini, più che parlargli, bisogna sentirli dentro, dentro noi stessi, le emozioni che ci donano, e su quel piano si svolgerà un dialogo stupendo,  non a caso, solo quando si gioca con i bambini si stabilisce un dialogo vero… nel gioco le parole perdono significato a vantaggio delle emozioni.

Quando si dice che i tuoi pensieri diventano cose, ci si riferisce a quelli spontanei perché quelli, sono originati dalle tue emozioni in modo diretto e, quindi, di nuovo, non esattamente il pensiero ma l’emozione che sottostà a quel pensiero si realizzerà o produrrà, o ti metterà dentro ad un evento, che ripeterà quella stessa emozione in te… per te.


Più che stare attenti ai nostri pensieri, dovremmo stare attenti alle nostre emozioni, magari facendoci aiutare dalla traccia lasciata dai nostri pensieri spontanei.

Buona Auto-osservazione (di pensieri ed emozioni).   😉