Qui, e Ora?

Sulla regressione spontanea ho fatto una “certa esperienza personale”.
Ovviamente è il risultato della mia personale consapevolezza e preparazione, ma per ogni altra persona, il meglio potrebbe essere anche tutt’altro sistema.
Tuttavia mi permetto di sentirmi un privilegiato  per essere riuscito ad aprire questo “canale di comunicazione interiore” e diretto con il mio inconscio.

Sono riuscito a “permettere che accada”… molte volte. Ho sostanzialmente abbattuto il velo che nasconde i ricordi prima dei tredici anni. Ma più diventavo bravo, più mi accorgevo che ce n’era meno bisogno.

 

Cosa stava succedendo?

Semplicemente una presa di coscienza.

So bene che ogni scelta è determinata dall’insieme di blocchi emotivi (programmi inconsci) del mio passato, ne ho visto il collegamento diretto in ogni regressione, a volte diretta, altre volte a cascata, rivivendo spontaneamente la scaletta di tutte le volte che quel blocco si è manifestato e comprendendo in pochi minuti tanti eventi della vita che ne sono stati influenzati… questo tipo di regressione, una volta liberata, può avvenire anche più volte e per più cose diverse al giorno… La visione della vita e delle sue cause, cambia radicalmente.
So bene che ogni cosa che percepisco oggi, è filtrata dai blocchi emotivi del mio passato.
So bene che, dal quel marasma di cose da vedere, sentire, percepire, godere o fuggire che c’è realmente intorno a me, in questo momento, io vado a “scegliere di percepirne” (inconsapevolmente) solo alcune sfumature, tralasciando tutto il resto e…
E So bene anche che questo mi serve per ricreare un ambiente emotivo interiore (a me stesso) che mi rimettere in connessione con quel ricordo che sto riesumando.
So bene che, tutto l’altro materiale, sonoro, umano, tangibile olfattivo, cromatico, tecnologico e quant’altro c’è intorno a me, se non lo sto percependo, è perché mi distrarrebbe dalla creazione dell’ambiente emotivo che inconsapevolmente sto “cercando di ricreare” in me.

Ho sostanzialmente fatto, inconsapevolmente, una selezione, o un mascheramento di elementi molto accurato per uno scopo ben preciso.

Non è qualcosa che avviene consapevolmente, tutto avviene al livello dell’inconscio, ma tutto e funzionale al ricordo d’infanzia che sta emergendo nel momento presente, in questo momento e dopo una tale selezione, ha già tutti gli elementi per essere elaborato, altrimenti svanirebbe all’istante, come quotidianamente avviene per tutte quelle sensazioni passeggere che a volte abbiamo ma che appena svaniscono, non ricordiamo più nemmeno cosa erano.

 

Quello che mi resta da fare, nel momento presente, è, essere presente, NON come un elaboratore che studia mentalmente quello che succede, ma come un… osservatore, consapevole, presente, maturo, silenzioso, rispettoso della delicatezza del momento, come fosse quasi un estraneo maturo che osserva un bambino dalla finestra, amorevolmente, rispettosamente.

Rispettoso della delicatezza del momento perché, quello che sta accadendo adesso, è una richiesta emotiva, del nostro bambino interiore.
È un bambino che mi tende la mano per essere accompagnato, dall’adulto che sono oggi, ad entrare in quel ricordo che sta emergendo, perché c’è qualcosa là dentro che non comprese nell’infanzia (nella mia infanzia).
La delicatezza di un momento di incontro di due energie ormai diverse eppure uguali, l’energia di me stesso cristallizzata in quel momento d’infanzia in cui fu vissuta realmente, con l’energia di me stesso adulto, oggi, qui, adesso.

La difficoltà degli adulti nel comprendere i bambini, sta nella differenza di frequenze interiori, mentali. Ogni ragionamento è elaborato in modo diverso e non è una questione di intelligenza, ma proprio di frequenze mentali, onde cerebrali, vibrazioni, movimenti interiori.
Ogni ricordo d’infanzia è stato memorizzato nell’infanzia, con quelle frequenze.
Se la mente adulta non è capace di capire i bambini, non potrà capire neanche il ricordo di se stesso bambino.

Tutto quello che si può fare quindi, è solo ascoltare in silenzio e, “PERMETTERE CHE ACCADA”.
Non è una cosa da fare volontariamente, non c’è un modo per farlo apposta, sarebbe qualcosa di artificiale e se ci siamo capiti sulla delicatezza del momento, le variabili sono troppe, non riusciremmo mai a crearle tutte con la sola mente.
Si può solo permettere che accada, nella vita quotidiana, anche (e ovviamente non solo) mentre prendiamo le botte della vita (che comunque perderanno forza per effetto della osservazione consapevole), mentre succede la vita quotidiana.

 

Per me quindi, il Qui&Ora non è più osservare intorno a me, non è più osservare l’ambiente circostante cercando i dettagli che mi sfuggivano.
Quella fase è stata utile e necessaria per arrivare a questa consapevolezza, ma ha fatto il suo lavoro e il suo tempo.
Il mio Qui&Ora adesso è l’osservazione dell’ambiente emotivo interiore, rispettosamente e, soprattutto, senza cercare di capire niente, tanto non saprei nemmeno cosa c’è da capire, una eccessiva attività mentale, falserebbe l’ambiente emotivo che si è creato, facendo saltare la possibilità di guarigione.
Non deve capire la mente, deve capire il Cuore, la mente deve solo fidarsi.
Del resto, anche Nello studio, qual è lo studente migliore? Chi ripete ciò che sta scritto nel libro, magari facendo anche conferenze ma usando sempre le stesse parole (del libro)? o chi spiegherà tutto con parole sue, ogni volta diverse ma sempre con lo stesso significato profondo e reale?

Se capisce il cuore, la mente sarà libera, se capisce la mente, tutti resteranno prigionieri di se stessi e dei problemi inconsapevolmente ricercati, nel tentativo, evidentemente vano, di creare e ricreare quegli ambienti emotivi interiori che dall’infanzia ci portiamo dietro, continuamente evolutivi da sceneggiature esterne sempre nuove, ma interiormente sempre uguali.

2 thoughts on “Qui, e Ora?

  1. Veramente stupendo ciò che hai scritto, io é parecchio che leggo su questi argomenti, ma tu hai centrato il punto, come posso fare a dirti che mi farebbe veramente piacere poter chiederti qualche consiglio anche se leggendo quello che hai scritto sull’auto osservazione dei propri pensieri e del proprio respiro non c’è altro che iniziare a farlo. Io ora ho fermato la mia macchina e stò guardando dove sono come hai consigliato, voglio veramente capire se sono sulla strada giusta ma magari non sull’asfalto ma li in parte o se devo proprio invertire la rotta
    Comunque grazie e visto che oggi é Natale Auguri

    • ovunque ti trovi è il posto giusto
      ovunque ti trovi c’è quello che ti serve adesso, in questo momento
      ovunque ti trovi, c’è l’occorrente per cominciare.

      non c’è niente da cambiare e nemmeno da andare a cercare lontano o chissà dove.

      la guarigione comincia quando cominci ad osservarti “in un certo modo”.

      qualunque strada, è quella buona per te, in questo momento, con quel che adesso hai da fare ma non a livello mentale…
      con quel che hai da fare per la comprensione del tuo inconscio.

      dove stai adesso, ti ci hanno portato la tua Anima e il tuo Inconscio, per vedere, per vederti, per essere visti.

      il punto di partenza è quello dove sei.

      Grazie per l’apprezzamento.

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