Può bastare la consapevolezza?

Tutte le paure hanno presa in noi se sono già in noi

I sistemi di controllo delle masse sono basati tutti sulla possibilità di risvegliare in noi quelle paure.

Se non ci sono in noi, se non le abbiamo in noi… per noi, sono aria fritta.

Sciogliere i blocchi emotivi è poi un discorso un pò a parte
Ho fatto il mio percorso che sto ancora seguendo, non sono pochi quelli che ho sciolto e non sono ancora proprio pochi quelli ancora da sciogliere.

Molti blocchi sono frutto di blocchi più profondi, non sempre l’inconscio mi permette di andare direttamente alla fonte perchè, ora l’ho capito… tutto quello che rimuoviamo in noi determina poi un cambiamento a volte radicale nel vivere quotidiano.

Se io stanotte rimuovessi tutto quello che mi è rimasto da sciogliere… tutti in una notte… domani mattina potrei impazzire senza contare che, il mondo “la fuori”, non mi riconoscerebbe affatto, cambierebbe tutto, anche la mia fisicità (che in parte è già cambiata).

Per questo ho sempre insistito nel dire che non si lavora con l’inconscio costringendolo ad accettare dei patti o delle nuove “istruzioni” trattandolo solo come un semplice software da riprogrammare.
Il nostro inconscio deve essere lasciato libero di esprimersi e di evolversi, ma deve essere seguito e compreso.

Se raggiungiamo la capacità di ascoltarlo come parte di noi stessi, come la nostra parte bambina ancora rimasta tale (perchè alla fine di tutto è esattamente questo e nulla di più), ma trattandola come cosa da comprendere… Lui ci guiderà gradualmente e (relativamente) velocemente alla totale sua guarigione.

Questa viene definita da Antonio Origgi la MATURITA’ EMOTIVA, è questa maturità emotiva che ci permetterà di diventare UNO in noi stessi e quando in noi non ci sarà più l’inconscio inteso come parte separata della nostra mente, non ci sarà nemmeno più bisogno di avere ancora l’osservatore ne tanto meno la mente e nemmeno l’anima si sentirà più una parte esterna… ma insieme anche allo spirito diventerà tutto UNO

Quando saremo un tutt’UNO in noi stessi, essendo la nostra esteriorità un “semplice” riflesso della nostra interiorità… saremo UNO con tutto.

Ma per fare questo passaggio, per sciogliere i blocchi, si deve entrare in uno stato psicofisico particolare.

La consapevolezza è molto importante, ma se non si agisce nel corpo, cioè letteralmente nel corpo fisico dove sono conservate tutte le memorie cellulari emotive, cioè dove tutto avviene realmente… non otterremo nessun risultato reale.

La consapevolezza è il primo passo, ma non è assolutamente il punto di arrivo.

Con la sola consapevolezza possiamo capire dove sbagliamo ed evitare di arrabbiarci in modo sconsiderato, ma a lungo andare, se non si agisce fisicamente nel corpo, non accadrà nulla nella nostra realtà perchè tutto quello che in noi spinge la creazione della realtà che viviamo sono le nostre emozioni più profonde, con la sola consapevolezza possiamo renderci conto della manifestazione di queste emozioni, ma non le correggeremo mai prima che si manifestino.

Si deve scendere nel proprio corpo e cambiare la dentro le cose.

Io uso le tecniche bioenergetiche del N.A.E.T. insieme al sistema di cui ho sempre parlato di Antonio Origgi, che è denominato Psyck Plus, che a sua volta è una evoluzione più umanizzata di Psyck K, una tecnica che si sta ancora evolvendo ma che da risultati che a me vanno bene.

Altri avranno bisogno magari di rivolgersi a sistemi più blandi come i fiori di bach

altri si rivolgeranno alle costellazioni familiari

altri ancora al theta healing

e altri ed altri ed altri ancora… di sistemi ce ne sono tanti, ma tutti devono fare qualcosa che parte certamente dalla consapevolezza che abbiamo raggiunto ma devono poi entrare nel corpo, agire nel corpo a livello bioenergetico e cellulare.

La consapevolezza da sola non serve, non da risultati reali

Il semplice rendersi conto di avere reagito male o il rendersi conto che si stava per reagire male, non serve quasi a niente.

Il risultato reale è quello dove non hai proprio più l’impulso a reagire male.

Questo si ottiene SOLO se agisci nel tuo corpo in modo incisivo cambiando letteralmente le informazioni cellulari.

E’ vero anche che, come ho accennato in altri scritti, se si arriva all’estremo dolore provocato da una emozione mal gestita e si arriva a piangere di dolore per quel che è successo e… se quel pianto lo facciamo in modo consapevole, cioè nel pianto (che è di per se un modo spontaneo di generare certe energie in noi… che possono lavorare a livello bioenergetico e cellulare)… allora, l’emozione del pianto insieme alla consapevolezza farà lo stesso lavoro che fanno tutte le tecniche menzionate sopra o altre non menzionate… farà il lavoro bioenergetico che va fatto per ri-scrivere nelle nostre cellule nuovi modi di reagire…

Ma la domanda è… perchè arrivare al pianto se ci sono sistemi che possono evitarci di arrivare all’estrema sofferenza??

E poi, ancora, molto più importanti, la consapevolezza che abbiamo raggiunto, nel momento della sofferenza, nel momento del pianto, saprà tenere il timone ed evitare che noi rimuginiamo mentalmente sui fatti invece che sulla fonte delle emozioni e guarirle responsabilmente?

Il momento del pianto è prezioso, se viene fatto in un certo modo, ma in quanti sapranno piangere con il cuore invece che con la rabbia? si… perchè in quel momento si riscrivono le emozioni nelle nostre cellule, e se stiamo piangendo con rabbia… stiamo scrivendo altra rabbia.

Si deve studiare ed avere voglia di sperimentare e applicare quotidianamente nella vita quotidiana.

Si deve decidere che ci sarà un periodo della nostra vita che sarà dedicato a questo e (in un certo senso) mandare a quel paese tutto e tutti… ovviamente nei limiti della pacifica convivenza con tutti anzi… proprio in direzione di una pacifica convivenza con il mondo che ancora ci circonda… sennò, se non si otterrà come minimo già da subito un acquietamento della vita… vorrà dire che non stiamo nella giusta direzione.

Quando si ritorna concretamente a se stessi, indipendentemente dal punto in cui siamo arrivati, il segnale chiaro del vero cambiamento sarà proprio questo, un acquietamento della vita, se questo avviene, abbiamo ripreso la strada verso la fonte, cioè verso noi stessi.

Buon Tutto a tutte/i.

One thought on “Può bastare la consapevolezza?

  1. Be careful when a your mobrotike taxi driver suddenly lets a second passenger on for the ride. This is how I almost had my camera stolen from me in Hanoi—I noticed my camera missing from its belt pouch, and I reached behind me as the girl was trying to shove my camera into her pocket .

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