Presenza e guarigione

La vita ci mette davanti solo ciò che serve a noi e alla nostra “evoluzione”.

Lo fa anche attraverso persone che a loro volta hanno bisogno di noi e del nostro “servizio”, esattamente come loro sono (inconsapevolmente) al nostro servizio.

Ma, di che “servizio” stiamo parlando?

Giusto per citare “uno (sicuramente) grande”, Gesù, che disse: per raggiungere il regno dei cieli, bisogna mettersi al servizio di tutti,

Il “servizio” di cui parla è quella capacità di stare nella situazione presente, quello stato di presenza e accettazione che dovremmo tenere nello
“stare consapevolmente”
In ciò che accade. Qui, Ora.

Essere al servizio di quelle parti di noi stessi che, per indottrinamento o per “comodità” non guardiamo più, essere presenti a noi stessi, come un servitore sempre pronto a servire il suo “padrone”.

La presenza di cui parlo è quello stato in cui tu “ci sei totalmente”, senza distrazioni.

Esserci totalmente vuol dire non distrarsi.
Non pensare a qualcosa che non riguarda il momento presente.

Per esempio, adesso stai leggendo qui, ok, non pensare se è facile o difficile, non pensare se gli altri capiranno o no, non pensare se è giusto o sbagliato non pensare se questa lettura ti sarà utile o no, addirittura, quando userai questo “stato di presenza” per guarire qualcosa, non pensare nemmeno se potrai guarire o no! (perché ti assicuro che questo stato di presenza porta anche alla guarigione, è lo stato dal quale accadono i miracoli e te ne parlo per esperienza vissuta).

Ogni pensiero che non è nel momento presente, è (ovviamente) altrove, cioè, una parte di noi, attraverso i nostri pensieri, quando non c’è la presenza totale, è assente, è nel regno immaginario dove stanno svolazzando i nostri pensieri.

L’anima ci ha messi qui, davanti a questa situazione, davanti a queste righe, davanti a queste persone, davanti a questo panorama, davanti a questo…..
Perché qui, in questo momento ha visto la possibilità di fare una sua esperienza terrena di cui Lei ha bisogno, ora, proprio qui e ora e, proprio qui, in questo momento, in questo luogo e in questa condizione, ha visto tutti gli elementi utili per fare questa sua esperienza. Qui, adesso, c’è tutto quello che serve, in questo frammento di vita in cui stai vivendo adesso.

Se ci distraiamo, se la nostra mente scivola altrove, se cominciamo a pensare a dopo che questo casino sarà finito o a quando avremo una condizione migliore o a quando incontreremo una persona migliore o altro di meglio, noi avremo la mente assente al momento presente.

Siamo inconsapevolmente proiettati fuori da questo momento, siamo assenti, perfino se apparentemente stiamo pensando ad una alternativa o soluzione futura del “problema” che stiamo vivendo adesso!

 

Stare nel momento presente significa tenere tutto noi stessi in questo momento, qui, adesso.

 

L’assenza della mente renderà difficile all’anima la possibilità di fare l’esperienza di questo momento in modo completo e il non aver colto in modo completo questa esperienza, proprio perché mancava la parte mentale con la sua presenza, la costringerà a ripetere l’esperienza in altre occasioni che non mancheranno di portare gli stessi elementi emotivi dai quali ci siamo distratti oggi, ora.

 

Dopo un po’ magari ci farà incontrare anche persone nuove, ci aiuterà a incontrare un nuovo partner, una nuova casa, un nuovo lavoro, una nuova vita, ma sotto sotto, osservando bene, ci accorgeremo presto che nella “sostanza emotiva profonda”, cioè in ciò che percepiamo dalla vita indipendentemente dalla parte materiale, non è cambiato nulla, anzi, di solito tutto il nuovo che arriva ha una caratterizzazione più incisiva per vivere più intensamente le stesse emotività profonde dalle quali siamo scappati.

Presenza e accettazione.

Accettazione di tutto quello che c’è adesso nel mio “campo visivo e percettivo” e considerarlo un dono che serve alla mia anima affinché faccia questa “sua” esperienza. Anche se si tratta di qualcosa di molto brutto.

L’anima e l’inconscio usano ciò che “trovano” nell’ambiente circostante per farci vedere “qualcosa”, loro guidano la nostra attenzione verso alcuni particolari che rievocano in noi qualcosa di cui vogliono fare esperienza e contemporaneamente ci nasconde tutto il resto per evitare distrazioni, ma noi riusciamo a scappare comunque, a distrarci comunque.

Loro cercano la nostra presenza, vogliono che in questa esperienza noi ci siamo, totalmente.

L’esperienza, qualunque essa sia, per essere completa, ha bisogno della massima attenzione, ha bisogno che ogni parte di noi ci sia totalmente, compresa la nostra mente.

 

All’inizio, nei primi secondi di presenza assoluta, sembrerà molto più doloroso ma subito dopo il dolore diminuirà gradualmente fino a scomparire del tutto, forse per sempre.

L’apparente aumentare della sofferenza non è assolutamente reale, in realtà sarà aumentata solo la percezione, ma la sofferenza reale diminuisce subito, appena si raggiunge la percezione totale di tutto noi stessi in assenza di giudizi, in silenzio.

Se dovesse ripresentarsi lo stesso dolore, ripeti l’esperienza della presenza assoluta e incondizionata, a volte, in un nostro dolore ricorrente abbiamo somatizzato più necessità emotive e ognuna di loro ha bisogno della sua dose di attenzione.

Tu dagliela ogni volta la tua attenzione e giorno dopo giorno guarirai.

Ma ti ripeto, anche mentre stai nella tua AutoOsservazione consapevole e silenziosa, non portare la tua mente altrove, non pensare nemmeno che, questa tua attenzione consapevole, la stai tenendo per il tuo bene o per una tua guarigione.

Sii solo presente a te stessa, al momento presente, al tuo corpo, senza giudicare, senza nemmeno connotare nulla.
Mantieni la tua mente in silenzio dentro l’esperienza di questo momento.

E magari rileggiti il mio eBook e articolo intitolato: AutoOsservazioni di un contadino, giusto per rinfrescare la memoria sul perché bisogna fare proprio così, al link allegato qui di seguito.

 

AutoOsservazioni di un contadino dalla meditazione alla vita quotidiana