perché ripetiamo sempre le stesse scene…

page5_blog_entry8-film-reel

Ogni volta che (inconsciamente e inconsapevolmente) ci “prepariamo” a pensare alla nostra sofferenza, cioè quando cominciamo a pensare al nostro tormentone psicologico interiore (quelle cose che ci rodono dentro e si ripetono sempre uguali), nei primi attimi, in realtà non stiamo pensando esattamente a quel preciso problema

Il punto di partenza di ogni tormentone psicologico profondo è sempre il ricordo iniziale dell’infanzia.

Nei primi momenti, nei primi secondi, l’inconscio ci presenta il ricordo iniziale, proprio quello della nostra infanzia, proprio quel momento della nostra infanzia in cui è nato il blocco emotivo che ci sta facendo soffrire e più precisamente, proprio quello che sta per mostrarci.

Se fossimo abbastanza attenti vedremmo proprio una scena molto compressa e condensata della nostra infanzia, credetemi, succede molto spesso che ci vengono in mente ricordi e scene di vita dell’infanzia, ma non ne cogliamo mai il senso, non cogliamo il perché emotivo di quel affioramento di quel ricordo, un ricordo che, se non viene visto e “afferrato” nei primi secondi, ci sfugge.

Poi succede che non essendo più capaci di ricordare e capire, di rendercene conto, il nostro inconscio comincia a cercare nell’ambiente circostante del materiale per manifestare quello che vorrebbe farci vedere, comincia a cercare di montare una scena, come nella creazione di un film, come un regista tuttofare che lavora a Cinecittà, cerca cioè di ricostruire e di farci reinterpretare quella scena della nostra infanzia che è il punto di partenza del blocco emotivo che vuole comprendere.

Per metterlo letteralmente in scena, focalizza la nostra attenzione su qualcosa che ci circonda e ci spinge a comportarci in un certo modo proprio come per inscenare il ricordo, facendoci recitare qualcosa che, emotivamente gli somiglia molto.

Se si tratta (per fare un esempio) della paura dei cani, ci farà comportare esattamente come facemmo nella nostra infanzia e se il trauma é avvenuto a 4 anni, noi ci comporteremo esattamente come un bambino di 4 anni, é il nostro bambino interiore che é emerso per chiedere spiegazioni e lo farà ogni volta nella modalità della età che aveva (avevamo) nel momento del trauma emotivo.

Se ancora non lo capiamo, aggancerà (a livello inconscio) qualcuno dei presenti stuzzicandolo o stimolando i vari soggetti a proporci una precisa scena, ovviamente, sceglierà gli attori più predisposti

Se l’inconscio deve proporti il ricordo di un rimprovero, difficilmente sceglierà qualcuno di “carattere” molto mite, quasi certamente andrà a stuzzicare il più permaloso dei presenti… Così che tu possa rivivere quella scena della tua infanzia in cui non hai compreso il perché di un certo rimprovero.

Questo è un po’ il teatrino della vita ed anche il perché della ripetizione continua degli stessi schemi comportamentali, delle solite sofferenze, delle solite sopportazioni, dei soliti disagi, delle solite accettazioni… Della solita vita.

Con la mente allenata e con un certo addestramento puoi anche riuscire ad evitare che il tuo inconscio ti manifesti i suoi disagi in alcuni ambienti dove tu (volendo) puoi “vietargli” di manifestare… Ma non puoi evitare in assoluto le sue manifestazioni se non le comprendi e ti dico di più, proibire al proprio inconscio di manifestarsi nel suo solito modo, per esempio attraverso una di quelle cose definite, “riprogrammazione mentale”, lui si sentirà costretto a trovare un altro modo per manifestare il suo disagio e lo farà sicuramente in un modo più incisivo ed eclatante di prima.

L’inconscio NON va riprogrammato ma va liberato dalle sue paure e incomprensioni, va compreso.

Per comprenderlo devi prima vederlo, per vederlo devi fare auto osservazione costantemente, quotidianamente.

L’auto osservazione non devi farla (solo) in meditazione ma anche (e soprattutto) nella vita quotidiana perché non è in meditazione che si manifesta l’inconscio ma nella vita quotidiana.

La meditazione serve solo come allenamento.

La vita materiale é una palestra dell’anima, lei utilizza tutto e… Se qualcosa non c’è, può anche arrivare a crearla dal nulla ma sempre nell’ottica della manifestazione di qualcosa che le riguarda direttamente

 

leggi anche… http://osservazionequantica.altervista.org/auto-osservazione-e-regressione-spontanea/

 

http://osservazionequantica.altervista.org/linconscio-gli-specchi-lambiente-e-la-guarigione-spontanea/

 

http://osservazionequantica.altervista.org/il-carattere/

 

http://osservazionequantica.altervista.org/siamo-attori-sul-palcoscenico-dove-vanno-scena-le-emozioni/

 

http://osservazionequantica.altervista.org/limportanza-della-auto-osservazione-quotidiana/

 

http://osservazionequantica.altervista.org/attori-registi-inconsapevolmente/