Parlare e/o Emanare

C’è un momento nel percorso di conoscenza delle proprie profondità inconsce in cui i soliti lamentosi ti guardano e non parlano più

E’ impegnativo arrivarci perchè durante il nostro percorso non facciamo altro che attirarli a noi proprio perchè il nostro inconscio ne ha bisogno per vedere di più e più lavoriamo su noi stessi, più l’inconscio accelera e ne cerca di nuovi, facendoci vedere (attraverso loro e le loro domande e risposte) tutto quello su cui deve ancora lavorare in noi stessi.

Però poi ci si arriva, lo sto sperimentando adesso, la massa di persone che venivano a raccontarmi le loro disgrazie e a dirmi…

tu non puoi capire, dovresti starci dentro per capire!...”

non legano più, quelli che abitualmente lo facevano, si avvicinano ma con un comportamento che davvero non le riconosco più per quel che sono sempre state, le frasi sono diverse, a volte profondamente diverse, li vedo letteralmente che cercano disperatamente argomenti positivi (evidentemente per cercare un punto d’incontro emotivo) invece di quelli ai quali sono ancora abituati ma non sempre ce la fanno…

però si impegnano, fanno i salti mortali per NON cadere nel loro solito linguaggio, a volte parlano in modo goffo, ma cercano di restare più centrati (e forse consapevoli) che possono in un nuovo modo di parlare pur se… le loro parole e i loro discorsi partono sempre dalla stessa matrice emotiva alla quale sono evidentemente ancora ancorati.

Poi, da un’altra parte si avvicinano persone nuove oppure persone che conoscevo già ma che non si erano mai avvicinate tanto in passato, erano rimaste a livello di semplici conoscenze con le quali ci si scambiava solo un saluto ma tutto lì, queste sono quelle persone che vorrebbero davvero fare qualcosa di concreto in se stesse ma non ancora trovano il modo, adesso che “tu ci sei riuscito”, loro (inconsciamente) se ne accorgono e vedono una possibilità, fanno domande concrete, sulle quali poi lavorano concretamente… senza lamentarsi se i risultati dopo le prime prove non arrivano nel modo che si sarebbero aspettati.

Sostanzialmente ho capito che devo pensare a migliorare me stesso senza cercare modelli esteriori, senza cercare di somigliare a qualcuno (apparentemente) migliore di me, anche quando vengo tirato dentro a discorsi che non mi riguardano perchè…

Semplicemente perchè non esiste una cosa che non mi riguarda, se ci sono finito dentro, in quella situazione c’è qualcosa che mi riguarda ancora e…

e se per qualche strano motivo mi trovo in qualcosa che davvero non mi riguarda, sarà comunque relativamente facile uscirne, per cui, non me ne preoccupo più, questo NON per strafottenza ma per presa di coscienza della realtà delle cose e soprattutto per la consapevolezza del fatto che, da uno stato d’animo di preoccupazione, non sono mai nate soluzioni utili ma invece da uno stato d’animo di distacco consapevole nascono sempre soluzioni utili a se stessi e a tutta la comunità.

C’è un momento in cui, come dice e spiega magistralmente PierGiorgio Caselli nei suoi video (come quello allegato qui sotto), invece di parlare, devi “emanare” e… più che devi, non devi nemmeno sforzarti perchè lo farai spontaneamente.

A tal proposito mi viene in mente un aneddoto che raccontò di Gandhi raccontato nel video che segue.

Una mamma portò il figlio diabetico a Gandhi affinchè gli spiegasse di non mangiare più le caramelle di cui era perocolosamente goloso.
Gandhi le disse di riportarglielo dopo tre settimane
Tre settimane dopo la mamma riportò il figlio a Gandhi e Lui, lo guardò fisso negli occhi e gli disse semplicemente…
“smetti di mangiare caramelle perchè ti faranno solo male”

tutto qui.

la mamma chiese… “perchè non glielo avete detto tre settimane fa?”
e Gandhi rispose… “perchè tre settimane fa io mangiavo caramelle”

La morale è…

Possiamo consigliare di non mangiare caramelle solo dopo aver fatto un periodo di disintossicazione dagli zuccheri, infatti Lui per tre settimane si impegnò a NON mangiare nulla di zuccherato per potersi preparare ad emanare con tutto il suo essere un consiglio che sentiva prezioso da dentro se stesso per un bambino verso il quale si era impegnato con tutta l’anima (anima e corpo nel vero senso della parola)…

 

Non possiamo insegnare qualcosa che non ci riguarda da dentro e quando ci riguarderà davvero da dentro, non avremo più nemmeno la necessità di “spiegarla” perchè la emaneremo, anche una semplice chiacchierata potrebbe diventare una “lezione”, senza la pretesa di fare il maestro.

Sarà spontanea condivisione di esperienze profonde ma ad un livello davvero profondo e reale, letteralmente fisico… addirittura materiale… dove la materia sarà la somatizzazione di un’anima impegnata.

se hai 45 minuti, questo video lo spiega ancora meglio di me. buon ascolto.