Pace e Inconscio collettivo.

Popolo = coscienza collettiva, cioè inconscio collettivo.

All’inconscio collettivo partecipiamo tutti, che lo vogliamo o no.

Ognuno di noi alimenta inconsapevolmente l’inconscio collettivo.

Non lo alimentiamo con la nostra volontà mentale ma con la volontà inconscia, con quello che abbiamo dentro di noi, con la nostra emotività profonda.

Tutte le nostre volontà mentali non influiscono sull’inconscio collettivo, ma tutto quello che alimenta le nostre volontà (anche quelle mentali) dal profondo, è determinante.

Non possiamo pretendere di cambiare il mondo, ma possiamo cambiare tranquillamente noi stessi e attraverso noi stessi, contribuire a cambiare l’inconscio collettivo, spesso, senza nemmeno volerlo fare, senza un impegno diretto e mirato.

Si parla di massa critica, io non conosco i numeri esatti del numero di persone consapevoli minimo indispensabile per determinare un cambiamento profondo nell’intera umanità, ognuno dice la sua su questo, ma so con certezza che il mio contributo è importante e determinante tanto quanto quello di ognuno di noi.

Alla fine, tutti abbiamo lo stesso obiettivo che è animico, non mentale e nemmeno dell’ego.

L’anima e l’inconscio “usano” la vita materiale per manifestarsi e manifestare se stessi, anima e inconscio sono esperienza emotiva (non logica, non mentale) da comprendere e completare ma al loro livello, a quel livello che solitamente definiamo… del cuore.

La comprensione mentale non guarisce nulla, al massimo mette nella condizione di prendere coscienza della causa profonda, ma fino a quando questa comprensione non sarà scesa nel cuore, non ci saranno guarigioni.

L’essenza di tutto è esperienza emotiva, NON logica, NON mentale.

Perfino l’ego è “utilizzato” dall’anima per raggiungere i suoi obiettivi, quindi è inutile tentare di ammazzarlo o di eluderlo o… di controllarlo, meglio prenderne coscienza e “lasciarlo fare”, ma osservando tutto quello che produce e che farà emergere.

L’obiettivo della vita è fare esperienza (emotiva) ma… Consapevolmente.

Vivere una esperienza senza consapevolizzarla, è letteralmente inutile.

Soffrire senza comprendere il senso profondo e animico di quella sofferenza, è letteralmente inutile.

La sofferenza serve all’evoluzione, ma se non ne prendiamo consapevolezza, se non comprendiamo perchè stiamo soffrendo, non c’è nessuna evoluzione.

L’esperienza materiale verrà vissuta comunque.

Se la viviamo come tale, consapevolmente, senza farci coinvolgere troppo dalla “sceneggiatura”, la completeremo e dopo averla completata non avremo più bisogno di continuare a viverla e riviverla, passeremo oltre, ad altre esperienze.

Se non la consapevolizzeremo, la ripeteremo a oltranza, anche per tutta la vita e ogni volta sarà più incisiva, più “coinvolgente”, più pressante.

Potrebbero cambiare i modi di manifestare, potrebbe anche cambiare tutto nella materialità quotidiana ma, emotivamente, continueremo a cercare e vivere sempre situazioni che, pur cambiando, ci produrranno sempre la stessa emotività di base e anche, ovviamente, la stessa sofferenza interiore.

Se, quando viviamo un’esperienza, la viviamo pienamente, senza cercare di sfuggirle, è molto alta la probabilità che non si presenterà più quel tipo di sofferenza interiore e soprattutto, già nel viverla, la stessa esperienza, sentita pienamente invece che con un sentimento di fuga dalla situazione, diventerà più vivibile e sostenibile, più umana e allo stesso tempo animica.

Dovremmo sempre vivere pienamente quello che stiamo sperimentando adesso, qui, ora.

In questo momento c’è già tutto quello che serve a quel motore interiore (l’insieme di anima e inconscio) che ci ha messi in questa situazione e che continueranno a farlo fino a quando non avremo la maturità di fermarci e “stare”.

Si, stare nella situazione, pienamente, senza più scappare ne fisicamente, ne mentalmente, con le mille opportunità di distrazione che cerchiamo (e troviamo) continuamente, proprio per scappare.

Non si scappa solo fisicamente, si scappa anche distraendosi.

“Stiamo”, qui, adesso, pienamente.

Con la coscienza di un adulto che ha capito che tutto è al servizio di una parte di noi stessi, del nostro bambino interiore.

Scopriremo che è tutta una sceneggiatura, che viviamo tutti come burattini nelle mani di qualcuno che non sta fuori, ma è dentro noi stessi, scopriremo che stiamo solo recitando e che anche il “bambino cattivo” che ci sta attaccando e dando fastidio adesso, è solo un “attore/burattino” inconsapevole, di una sceneggiatura che stiamo recitando insieme, che riguarda sia me stesso che lui, ma ognuno per i motivi suoi, interiori, personali, emotivi, profondi.

Non possiamo fare la stupidata di odiare l’attore, al massimo possiamo odiare il personaggio che sta interpretando, ma se lui si accorgerà che è stato “visto”, non più come personaggio ma come attore, come anima, e come tale abbiamo compassione per l’ingrato ruolo che gli è stato affidato (anche da me, inconsapevolmente)… Si sentirà finalmente amato, compreso e non riuscirà più a tenere il ruolo con lo stesso coinvolgimento e la stessa convinzione di prima.

La carica emotiva e quindi la sofferenza del momento perderanno forza, perderanno intensità, perderanno il loro significato mentale ed emergerà il significato inconscio di tutto quello che stava succedendo.

Non necessariamente comprenderemo con la mente quello che sarà avvenuto, ma sentiremo dentro una sensazione buona, che ci farà capire che è avvenuto un miracolo interiore, un qualcosa che presto si farà vedere anche fuori.

Ma parlavamo di inconscio collettivo…

Gesù, non è stato condannato dalle sole persone che stavano in piazza, ma da un inconscio collettivo che attraverso quella piazza si è manifestato.

Un inconscio collettivo inconsapevole che continua a scappare, continua a distrarsi, continua a recitare e a sentirsi parte della sceneggiatura nella quale è immerso, che continua a voler mantenere inconsapevolmente il ruolo della sua maschera, del suo personaggio, senza capire che sta solo recitando. Un inconscio collettivo che continua a manifestare in ogni singolo individuo la sua sofferenza interiore senza comprenderla, senza riuscire a vederla lì dove nasce e per questa incomprensione, continua ad alzare il volume producendo sempre più sofferenza, fino al punto di fare del male, di farsi del male, di farci del male.. e coinvolgendo sempre più attori, sempre più forti, più capaci, più bravi nel mantenere quel tipo di ruolo… alimentandoli, nutrendoli di sofferenza, della nostra sofferenza interiore.

C’è sicuramente qualcuno che si “diverte” a vedere questo “inconsapevole spettacolo teatrale mondiale”, qualcuno che ha interesse a mantenere questa inconsapevolezza generale e che continua a produrre o, a lasciare che vengano prodotti, sempre più sistemi di distrazione di massa, ma se abbiamo capito qualcosa e, se non vogliamo più mandare in croce Gesù e tutti quelli che sono venuti dopo, dobbiamo agire nell’unico posto dove (volendo) abbiamo il potere assoluto… in noi stessi.

Non servono corsi speciali, è sufficiente il teatrino della vita quotidiana, basta “stare”, restare, dentro la vita quotidiana senza più scappare nei mille modi che abbiamo imparato nel corso dei secoli.

Viviamoci pienamente la vita e le situazioni, soprattutto quelle di sofferenza, nella consapevolezza del fatto che è tutto in funzione di una manifestazione inconscia e animica, quindi, pur essendo una situazione che viviamo nella materia, la sua essenza, la sua causa profonda, la sua propulsione non è materiale ma emotiva e sensoriale.

Vediamo l’altro aspetto della vita, quello infantile, cioè quello emotivo, quella parte di noi che abbiamo voluto inconsapevolmente reprimere per “diventare grandi”, adulti. (su questo punto leggi il seguente articolo… http://osservazionequantica.altervista.org/il-segreto-e-se-non-ritornerete-come-bambini-non-entrerete-mai/ )

Vediamola, semplicemente.

Mentre emerge nella vita quotidiana.

Cambierà tutto intorno a noi, dentro di noi, semplicemente.

Solo così cominceremo a immettere nell’inconscio collettivo qualcosa che, gradualmente e senza più guerre, cambierà il mondo… Immetteremo almeno una nuova consapevolezza, un certo tipo di AutoOsservazione, vera, profonda, animica, Amorevole.

Buona AutoOsservazione

 

per saperne di più, leggi anchehttp://osservazionequantica.altervista.org/pace-interiore/

e anche questo… http://osservazionequantica.altervista.org/la-compassione-consapevole/

Grazie a tutti, da parte di tutti.