Nei momenti difficili nostri e dei nostri cari

Nei momenti difficili.

C’è un “programma di vita già scritto” in ognuno di noi, il finale del programma dipende da come lo interpreteremo.

Dio è “l’Energia Assoluta” che ci farà realizzare il “nostro programma” ma noi abbiamo la possibilità di “utilizzare” questa “energia assoluta” per concretizzarlo in ogni modo noi vogliamo.

Non possiamo cambiare le esperienze che sono state decise per noi, ma, con una certa consapevolezza, possiamo cambiare il modo di viverle ed anche l’esito che ne deriverà.

Possiamo realizzare anche i miracoli se comprendiamo il “senso profondo” dell’esperienza che stiamo vivendo.

Il senso profondo NON E’ la sofferenza.

Le difficoltà quotidiane sono il risultato di una errata comprensione del “messaggio divino”, l’eventuale comprensione annullerà la “necessità di soffrire” proveniente dal nostro inconscio, questo può far realizzare anche una guarigione, a volte anche immediata.

Affidarsi a Dio totalmente può a volte realizzare un miracolo ma solo quando questo avviene nella resa totale e, per totale, si intende davvero senza nessuna riserva… abbandono assoluto e basta.

Nella resa totale si annulla (per il tempo in cui riusciamo a restare nella resa totale) la mente che ha creato la resistenza che a sua volta ha creato il problema del momento.

Nella resa totale si ha la possibilità di ascoltare l’anima e di comprendere il suo messaggio.

Il messaggio dell’anima a volte lo comprenderemo proprio letteralmente, anche ad un livello che la mente può comprendere, ma molto spesso la comprensione avverrà ad un livello al quale la mente non può accedere, solo in un secondo tempo la mente comprenderà cosa è successo, se lo comprendesse prima, la guarigione tarderebbe ad arrivare o non arriverebbe proprio…

quindi la resa della mente ha uno scopo ben preciso… che è quello di NON interferire nel processo di comprensione e guarigione.

Quello che c’è da comprendere nel messagio dell’anima riguarda noi stessi, è qualcosa di noi stessi che non abbiamo capito e non riguarda nemmeno il momento presente e, paradossalmente, nemmeno levento attuale che ci sta facendo soffrire.

Questa situazione attuale è soltanto una manifestazione, è un sintomo di qualcosa che viene dal nostro passato, dal nostro inconscio, dalla nostra anima.

Nei momenti difficili noi sperimentiamo delle sofferenze, a volte solo emotive, altre volte più profonde e a volte anche fisiche con malattie e altre cose simili.

Ogni sofferenza ha lo scopo di cambiarci. ma solo la consapevolezza del perchè di quella sofferenza può cambiare in meglio e in guarigione.

SE nella sofferenza noi NON COMPRENDIAMO cosa realmente ci fa soffrire, invece di guarire andremo a riscrivere proprio a livello di recettori cellulari altrettanta sofferenza, trasformando il nostro corpo in un accumulatore emotivo carico di quella sofferenza che stiamo vivendo e che in futuro, avrà bisogno di andare a cercarsene molta altra per effetto di una ricerca di risonanza con il mondo esterno..

cercarsela oppure proprio generarla sia in noi stessi che negli altri che ci circondano…

o addirittura inducendo le persone vicine a noi a creare quell’alone emotivo denso di qualcosa che richiami quella nostra sofferenza interiore che chiede di venir fuori ed essere compresa.

Il nostro inconscio chiede comprensione, sempre, da sempre.

Cosa vuole comprendere?

Ogni sofferenza è generata da qualcosa che da bambini NON abbiamo capito, ogni cosa che viviamo oggi, è sempre collegata a qualche ricordo precedente, che a sua volta è collegato a ricordi ancora precedenti, che a loro volta… e via via fino all’infanzia.

Un professore universitario di matematica, ha studiato a sua volta la matematica all’università, ma per poterla comprendere ha avuto bisogno di buone basi dalle scuole superiori, ma per poterla comprendere ha avuto bisogno di buone basi dalle scuole medie, ma per poterla comprendere ha avuto bisogno di buone basi dalle scuole elementari… ma anche alle elementari per poter comprendere come fare i conticini… ha attinto a qualche rudimentale forma di matematica antecedente… magari a quando doveva dividere le caramelle con il fratellino… o chissà cos’altro…

se nella divisione delle prime caramelle qualcosa fosse andato storto, qualche conto non fosse ritornato come si deve… e se nessuno glielo avesse spiegato in modo comprensibile per il bambino che era a quel tempo, molto probabilmente quella lacuna emotiva (perchè tutto viene memorizzato emotivamente nell’infanzia) sarebbe rimasta e… siccome quel che è successo a quella età è memorizzato in quella modalità, una modalità che ben presto dimentichiamo, qualche anno dopo non avrebbe mai più potuto completare quella esperienza nella stessa modalità in cui l’ha memorizzata… da lì in poi ogni volta che c’è da fare un calcolo (non più solo per le caramelle), si innescherà una resistenza interiore, una sofferenza e, se qualcuno lo obbligasse a fare qualcosa che ha a che fare con la matematica… sicuramente vivrebbe nella sofferenza fino al giorno della pensione… ammesso che ci arrivi vivo.

Comprendere questi meccanismi, comprendere come siamo messi, ma comprenderlo in profondità, insieme alla resa incondizionata ed assoluta della mente, può permettere di accedere a stati d’animo molto simili a quelli della nostra infanzia.

In quei momenti di profonda sofferenza, in noi si innesca qualcosa che ha a che fare profondamente con la nostra sofferenza profonda, cioè con quel ricordo d’infanzia e, anche se non riusciamo a riesumarlo totalmente ed integralmente, qualcosa di profondo può comunque avvenire, qualcosa che potrà fondere l’energia della sofferenza attuale che è “energeticamente” simile al ricordo che chiede comprensione, con l’energia (più o meno) consapevole dell’adulto che siamo oggi, un adulto che la risposta potrebbe darla al nostro bambino interiore ma non può farlo di sua volontà per questioni di linguaggio ormai incompatibile, quindi può solo “permettere che accada questa fusione energetica”, la fusione delle energie informate dell’infanzia con quella dell’adulto di oggi.

 

Se poi soffriamo per altre persone… il discorso sostanzialmente non cambia ma si aggiunge un particolare.

Il particolare si chiama “EMANAZIONE INCONSCIA”.

Un giorno Gandhi si vide presentare una mamma con il suo figlio di 5 anni diabetico e ghiotto di caramelle, il bambino era diventato un problema perchè spesso andava anche a rubarle.

La mamma lo potrò a Gandhi affinchè lui gli desse qualche consiglio e magari anche una benedizione.

Gandhi le chiese di riportarlo dopo tre settimane.

La donna così fece, e dopo tre settimane si ripresentò.

Gandhi si chinò sul bambino e gli disse…

>>smettila di mangiare caramelle, perchè ti faranno solo del male<<

la mamma restò stupita, e chiese…

>>ma non potevi dirglielo tre settimane fa?<<

Gandhi rispose…

>>no, non potevo, perchè anche io fino a tre settimane fa mangiavo caramelle<<

Gandhi sapeva che il suo messaggio non sarebbe stato coerente con quel che sentiva dentro, le parole avrebbero detto qualcosa, ma il cuore avrebbe detto, anzi, emanato altro.

Tornando ai momenti difficili e, nello specifico ai momenti difficili di persone vicine a noi…

 

come possiamo aiutare qualcuno se noi per primi non siamo in grado di aiutare noi stessi?

Se noi, dentro noi stessi sappiamo realizzare una resa incondizionata, che sia a Dio, o all’Universo, o a qualcos’altro o a chi si vuole… o semplicemente a noi stessi… se noi riusciamo ad arrenderci totalmente, se riusciamo a fare in modo che la nostra mente NON DISCUTA più sul da farsi e sul come fare… e su tutte le cose che la mente vorrebbe fare, se riusciamo ad affidarci alla possibilità di ascoltare quella voce interiore che può essere ascoltata solo nel silenzio della mente, se riusciamo a prender fede in quel silenzio e in quell’affidarsi profondo e silenzioso, se riusciamo a crederci con tutta l’anima, a credere che c’è una risposta e che non è ragionandoci che potremo ascoltarla ma solo facendo silenzio, allora la risposta arriverà e con essa ogni genere di guarigione e, se la risposta sarà per qualcuno a noi caro, in qualche modo arriverà anche a Lui/Lei.

Ma non dobbiamo mia chiederci come o perchè.. solo credere in silenzio che in quel silenzio c’è una risposta per noi e poi accettarla per quel che è… nel silenzio della mente, della nostra mente.

Con rispettoso silenzio, Buona guarigione.

Giuseppe Lembo.

 

per saperne di più sul bambino interiore leggi anche… http://osservazionequantica.altervista.org/il-segreto-e-se-non-ritornerete-come-bambini-non-entrerete-mai/

ed anche… http://osservazionequantica.altervista.org/parlare-eo-emanare/