La voce dell’Anima

La voce dell’Anima.

C’è una voce in ognuno di noi che parla ininterrottamente, ci chiede continuamente qualcosa, sempre, anche nel sonno.

È la voce del cuore, o dell’Anima.

Non sta zitta mai, non c’è qualcosa della vita che non abbia “subìto” una “contaminazione” dalla voce dell’Anima.

La voce dell’Anima è quella sensazione sottile che ci avvolge quotidianamente, la chiamiamo voce intendendo quel suono che ascoltiamo nei “discorsi parlati” e immaginiamo ovviamente anche di dover ascoltare delle parole che abbiano un “senso compiuto”, ma non è esattamente così.

Hai presente quando parli a un neonato cercando di “insegnargli” a dire “papà oppure mamma”?
Hai presente quel momento?

Ecco, tu vuoi insegnare a quel bambino a parlare, a comunicare, dando per scontato che lui non sappia farlo.
Ma hai notato mai come giocano tranquillamente due bambini e quanti discorsi fanno tra di loro?

Hai notato che loro comunicano molto chiaramente?

Quindi non è vero che non sanno parlare! Certamente non conoscono la nostra lingua ma non si può dire che non sappiano comunicare!
Significa solo che non lo sanno fare nella nostra lingua, non usano il nostro limitato alfabeto.

Loro comunicano già da prima di venire alla luce, ma lo fanno con un linguaggio che noi “adulti” abbiamo dimenticato.

La vita di un bambino, fino a quando non impara il nostro linguaggio e fino a quando non impara tutti i significati che noi diamo ai nostri discorsi, è sostanzialmente isolata dal mondo degli adulti, ma parimenti la vita degli adulti è isolata da quella dei bambini.

Ecco, il nostro cuore parla con quella lingua dimenticata.

“Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai”

Hai presente quando ti viene un’idea geniale e non riesci a trovare le parole per descriverla?
L’idea tu ce l’hai lì, davanti a te, dentro di te, ma non ci sono le parole.

Sai cosa fare e anche come fare, ma ti manca letteralmente un vocabolario per tradurla nella lingua che hai imparato a usare.

Chi ti sta dando questo suggerimento?
Da dove e da chi viene questa idea?
In quale lingua ti è arrivata l’informazione?

Il cuore ci parla continuamente, sempre sempre sempre, anche adesso mentre leggi o ascolti queste parole.

Ciò che tu comprenderai, al di là del testo che stai leggendo o ascoltando, non dipende da chi scrive, ma da te che ascolti e dal tuo cuore che ti sta chiedendo ora di notare, di fare caso a qualcosa all’interno di questo testo.

Se lo rileggerai tra qualche giorno potrebbe darti una sensazione diversa da quella che stai sentendo ora.

Ogni giorno, ogni momento la tua anima ti parla, lo fa attraverso le parole di chi ti parla, lo fa con un tuo rimuginio mentale ma sempre attraverso le tue sensazioni interiori, si, soprattutto con le tue sensazioni interiori.

Il linguaggio originario, quello del bambino che eravamo l’abbiamo ormai dimenticato.
Ma non abbiamo dimenticato tutto, per fortuna, tutto il resto della nostra capacità comunicativa ci è rimasta, non abbiamo più le parole di quel vocabolario dimenticato, ma abbiamo tutto il resto.

Abbiamo le sensazioni fisiche, abbiamo l’emotività profonda, abbiamo il “sentire interiore” che fanno parte ancora del nostro linguaggio originario e quindi del linguaggio del cuore, o dell’anima, del bambino che siamo stati.
Se ci fermiamo un attimo ad ascoltare tutto quello che ci scorre dentro, se lo facciamo con consapevolezza, con la consapevolezza che non serve descrivere tutto ciò che sentiamo con la lingua degli adulti che siamo perché il nostro alfabeto “scolastico” è decisamente limitato per spiegare tutto quello che c’è nel cuore e ancora di più, come accade per le idee geniali che svaniscono e perdono di “magia” appena le alfabetizziamo, perderemmo anche il messaggio che ci stava arrivando, ecco, se imparassimo ad ascoltare in silenzio quello che ci arriva nell’ascolto interiore di noi stessi, resteremmo meravigliati.

Potremmo sperimentare anche qualche “guarigione collaterale”.

 

(Seconda parte, prova a registrarla e riascoltarla in meditazione)
Ora leggi con molta calma, molto lentamente e datti del tempo ad ogni rigo.

 

Ehi!
Ci sei?
Mi senti?

 

Sono io, sono la tua anima.
Sto “suonando” qualcosa nel tuo corpo,

lo senti?

C’è una parte di me, in te, che sta attirando l’attenzione

la senti?

Riesci a vederla?
Riesci a sentirla?

Facci caso, non devi necessariamente capire nel modo hai imparato,

devi solo farne esperienza e io
La tua anima, con te, grazie a te, farò la mia esperienza.

 

Tu stai facendo una esperienza interiore e io sto facendo una esperienza materiale
attraverso la tua attenzione alla materia di cui tu stesso sei fatto, attraverso il tuo corpo.
Mi senti ora?
Resta qui con me.

Permettimi di fare questa esperienza in tua compagnia, attraverso la tua attenzione a me,
dentro di te.

Sono la tua anima, ti ringrazio per avermi accolto con la tua attenzione, sono parte di te.

Grazie, grazie per avermi contattata, grazie per avermi ascoltata, grazie per avermi sentita.

 

Questa è l’AutoOsservazione in sintesi.