La reazione utile all’AutoOsservazione

La reazione.

Nella vita tutti reagiamo continuamente, sempre e da sempre e questa cosa ci sembra quasi normale, “naturale”.

Però non vediamo a cosa o chi realmente stiamo reagendo.

Vediamo delle situazioni, a volte le viviamo in prima persona e “ovviamente reagiamo, oppure, altre volte apparentemente non facciamo nulla, ma in realtà anche in quell’apparente nulla, come vedremo più avanti c’è una nostra reazione.

La reazione può essere sia una azione evidente che un “semplice moto interiore”, ma qualcosa accade sempre.

Non possiamo vedere tutte le reazioni degli altri, soprattutto non possiamo sapere la realtà profonda delle reazioni altrui, ma se riuscissimo a vedere almeno le nostre, tutte, onestamente, capiremmo che davvero tutto ci riguarda, anche ciò che apparentemente ci “lascia disinteressati” in quell’atteggiamento da “menefreghista” che spesso abbiamo sperimentato.
Anche il disinteresse è un atto di volontà e per questo comporta un coinvolgimento seppur apparentemente indiretto.

Tutto il teatrino in cui viviamo, il lavoro, la piazza, i social, la famiglia, le amicizie ecc., non ha un senso del tutto logico, ci sono molti rapporti tra persone che davvero non hanno nessuna logica per restare in piedi, eppure vanno avanti da anni.

Certe persone fanno lavori che odiano, eppure non mollano, per non parlare poi delle tante cose quotidiane che facciamo proprio contro noi stessi e che non riusciamo a smettere di fare (fumare, mangiare schifezze, le abitudini dannose ecc.). Tutto questo però ha un significato animico (e/o inconscio) profondo.

È lì, in quel punto profondo del nostro “essere” che nasce il senso di ogni cosa, è lì, a quel livello profondo e inconscio che tutto ha valore anche contro ogni calcolo razionale e/o matematico.

Quel “moto interiore” che a volte ci fa scattare, altre volte invece resta come congelato, è ciò che comanda e determina le cose che poi viviamo nel mondo materiale nel mondo che ci circonda e che, sempre dallo stesso “moto interiore” prende energia, sia con le nostre azioni che con il nostro apparente immobilismo, lasciando, permettendo che si creino determinati scenari oppure andando a crearli e nei quali presto andremo a vivere.

Ciò che inconsapevolmente creiamo con la spinta di questo “moto interiore” è uno scenario non logico mentale ma emotivo.
L’ambiente che creiamo quotidianamente è un ambiente emotivo prima che materiale.
La parte materiale viene “usata” dal inconscio per mantenere viva una certa “emotività” profonda, per farci “sbattere il naso” più “facilmente” e frequentemente. Fin quando ci sarà una certa “inconsapevole necessità emotiva”, pur contro ogni logica, questa nostra parte profonda cercherà di tenere in piedi quella situazione che tiene vivo l’ambiente emotivo nel quale inconsapevolmente vogliamo vivere per qualche motivo che spesso solo l’anima conosce. Anche quando fa molto male.

Riuscire a percepirlo o almeno a prenderne coscienza e sentirlo, sarebbe già un primo passo verso un cambiamento vero, utile e profondo.

Se questa presa di coscienza diventa parte integrale del nostro modo di vedere le cose della vita quotidiana, in una sana, onesta, silenziosa e quotidiana AutoOsservazione, prima o poi riusciremo a vedere, o meglio, a “percepire” la nostra “origine interiore” in quel punto profondo di noi stessi da cui comincia tutto, nel bene e nel male, nella malattia e nella guarigione, nella vita sociale e in ogni relazione, in tutto.

Ogni cosa comincia lì dentro, basta vederlo, onestamente, onesti almeno con se stessi.

Buona AutoOsservazione.

Da Giuseppe Lembo.