Il carattere

Il carattere. (a fine articolo il pdf gratuito dello stesso.)

Quando diciamo… “IO SONO FATTO COSI'”

Le manifestazioni emotive non vanno controllate, sarebbe una lotta contro se stessi, non si deve lottare contro se stessi.

Lottare contro se stessi è semplicemente inutile.

Ogni cosa che ci accade, specialmente se si tratta di avvenimenti ripetitivi, é evidentemente una manifestazione del nostro inconscio, è qualosa che Lui, ci sta chiedendo di comprendere, è qualcosa insita in noi, qualcosa che fa parte di quello che chiamiamo “carattere”…

quel qualcosa che ci fa dire.. “io sono fatto così“.

Ma cos’è in realtà il carattere?

Il carattere é il risultato della nostra incapacità di “controllare in modo diverso” le cose della vita, le cose che abbiamo imparato a risolvere così, in quel preciso modo e

“guai a chi ci cambia qualcosa”…

“guai a chi ci cambia i programmi…”

“guai a chi vuole farci fare le cose diversamente”.

Ma di quali programmi stiamo parlando?

Ovviamente dei “programmi dell’inconscio”.

Il problema quindi è proprio il fatto che siamo inconsapevolmente programmati nell’inconscio.

Ma per il nostro inconscio, un programma, dove va ad “installarsi”? Come agisce? Su che cosa agisce?

L’inconscio comunica e “ragiona” solo con un linguaggio basato sulle emozioni.

Ogni “discorso” dell’inconscio é un insieme di emozioni che si fondono e si alternano continuamente producendo delle sensazioni che la nostra mente poi “decodifica” in “linguaggio parlato”.

(hai presente quando dici… sento una cosa dentro che non so spiegare?)

Quindi un programma inconscio agisce inevitabilmente sulle emozioni, determinando poi una decodificazione in qualche modo “guidata”.

Guidata da cosa?, guidata dalla combinazione particolare di tutti i nostri blocchi emotivi… (e sono moltissimi)

Ma, cosa accadrebbe se… se per esempio non avessimo più nessun “programma”?

Un “programma inconscio” sostanzialmente é una modalità di utilizzo di alcune emozioni che é prestabilita e come tale “non prevede flessibilità di interpretazione”.

Un programma inconscio é sostanzialmente un modo di utilizzare un certo “pacchetto di emozioni” in modo NON FLESSIBILE… in modo bloccato… un programma inconscio é quindi la risultante di una serie di blocchi emotivi, é il risultato di una combinazione di emozioni, tra le quali ce ne sono alcune “non flessibili”, alcune emozioni che sappiamo utilizzare in un solo modo… emozioni che ci fanno dire… “”IO SONO FATTO COSÌ””.

Quindi, quando diciamo “IO SONO FATTO COSI'”, in realtà cos’abbiamo appena affermato?

Abbiamo appena detto che noi abbiamo la nostra particolare tipologia e combinazione di blocchi emotivi e che vogliamo tenercela così stretta che… guai a chi ce la tocca.

Si parla di credenze limitanti, che sono blocchi emotivi, e si parla anche di credenze incentivanti, che sono ugualmente… blocchi emotivi.

La distinzione la facciamo solo in base agli standard sociali ed ai risultati nella vita materiale che ne sono scaturiti.

Ma in realtà non è sempre che… ci sono credenze incentivanti o limitanti, la realtà è che abbiamo scelto di utilizzare quel blocco emotivo in un certo modo e cerchiamo di tenercelo stretto se ci ha procurato degli apparenti vantaggi… oppure lo malediciamo (maledicendo noi stessi) ogni volta che le cose diventano difficili oltre una certa misura.

Un esempio di blocco emotivo che rende subito l’idea sulla differenza di utilizzazione da parte dell’inconscio è per esempio un qualche blocco nei confronti del denaro.

Sia i ricchi ossessionati dalla ricchezza che i poveri, hanno evidentemente un blocco emotivo nei confronti del denaro perchè… sostanzialmente, sia per gli uni che per gli altri, il denaro provoca sofferenza.

Capire la sofferenza di un povero è facile, un pò meno facile per questioni puramente di stereotipizzazioni sociali è capire la sofferenza di un ricco ossessionato dalla sua ricchezza ma… non ci vuole poi molto a fare qualche esempio…

per esempio, un padre che rinfaccia continuamente ai figli lo spreco del suo denaro… non si sta godendo ne il denaro per se stesso, ne lo farà godere ai figli, senza contare i potenziali blocchi emotivi che sta procurando ai suoi figli… oppure, peggio… un uomo troppo attaccato al suo denaro potrà arrivare a decidere di non sposarsi mai per evitare di perdere il suo denaro con una moglie che “potrebbe non saperlo spendere” oculatamente… o ancora peggio nei casi più estremi ed evidenti… gli avari che si privano di qualunque piacere della vita, perfino di accendere i termosifoni in pieno inverno, soffrendo il freddo pur di NON spendere il loro denaro.

È evidente che la credenza incentivante che gli fa guadagnare ed accumulare tanto denaro non è cosa positiva, gli provoca sofferenza.

Ogni blocco emotivo provoca sofferenza, che sia volta a cose limitanti o a cose “apparentemente” incentivanti, è sempre e solo una sofferenza.

I blocchi emotivi vanno compresi, vanno rimossi, MAI RISCRITTI ma letteralmente rimossi alla radice… e se dico alla radice, mi riferisco proprio al momento in cui sono nati, quel momento della nostra infanzia in cui non abbiamo compreso qualcosa riguardo a quella emozione oppure, quel momento in cui quella emozione l’abbiamo interpretata in quel modo univoco e con la convinzione che “così è”, ma sempre una convinzione nata dal non saper fare diversamente.

Dire “IO SONO FATTO COSI’,” quindi significa… io ho la mia bella serie e particolare combinazione di blocchi emotivi che mi fanno comportare in questo modo e fino a quando non l’avrò compreso fino in fondo, dovrò comportarmi così, NON SO FARE DIVERSAMENTE.

Dire “IO SONO FATTO COSI'”, vuol dire, “IO SONO INCAPACE di gestire questa cosa in un’altro modo”… il che, molto spesso, sotto sotto, genera altre convinzioni limitanti se l’incapacità è limitante… con altre sofferenze ed altri blocchi emotivi secondari… come per esempio il complesso di svalutazione

oppure…

se nel caso si tratti di blocchi che hanno generato qualche forma di successo, quindi credenze incentivanti, può generare altre sotto-emozioni che possono portare ancora più lontani dal proprio vero IO, con l’arroganza, la boria, la presupponenza e quant’altro può generare un successo inconsapevole…

inconsapevole delle proprie limitazioni emotive, seppur utilizzate “fino a quel momento” in modo apparentemente produttivo… ma i blocchi emotivi, proprio in virtù della loro caratteristica di generare sofferenza, ad un certo punto della vita potrebbero anche svoltare in qualcosa di tragico, pur di aumentare la sofferenza.

L’inconscio ha il compito di mostrarci le emozioni che non funzionano e lo fa attraverso la sofferenza, ma se non ci rendiamo conto della vera motivazione di questa sofferenza interiore che stiamo vivendo, potrebbe portarci anche a conseguenze molto gravi, come malattie, pazzia, perdita di tutto quello che abbiamo ottenuto e a cui ci siamo attaccati per qualche errore banale,  è capace di tutto…

L’inconscio ha solo la volontà di mostrarti le sue sofferenze, le cose che non ha compreso nella tua infanzia e se non le comprendi aumenterà costantemente “il volume” della sofferenza, fino a quando tu in qualche modo lo capirai.

Dire “IO SONO FATTO COSI'”, significa anche, per chi sa riconoscere gli insegnamenti di Hamer… io sono predisposto a questo genere di malattie… e non si scappa…

Ogni malattia è il risultato di una particolare combinazione di blocchi emotivi tirati avanti per troppo tempo senza averli riconosciuti e risolti.

Come disse qualcuno… puoi scappare da tutto e da tutti, puoi nasconderti nel posto più sperduto del mondo, ma non scapperai mai da te stesso…

cioè non scapperai mai dal tuo modo bloccato e pre-programmato di reagire alla vita, a meno che tu non decida seriamente di vedere in faccia la tua realtà interiore e farci un lavoro serio e completo, non di riprogrammazione, ma letteralmente di liberazione del tuo bambino interiore.

Riprogrammare il proprio inconscio, vuol dire semplicemente generare un nuovo blocco emotivo, seppur apparentemente più utile e produttivo ma… sostanzialmente, un nuovo modo di soffrire.

Riprogrammare, non è libertà emotiva, non è pace con se stesso e la cosa peggiore è che le nuove modalità di sofferenza che il nostro inconscio sceglierà di manifestarci, non le conosciamo affatto, è come giocare alla roulette russa ma non con un solo colpo nel tamburo ma tutto il tamburo pieno di colpi senza sapere solo quale sarà il colpo che ci spappolerà il cervello… perchè l’inconscio, ha tutte le strade del mondo a sua disposizione per mostrarci le emozioni che vuole che noi guariamo.

Quando si parla di liberare il proprio inconscio dai suoi blocchi emotivi invece di riprogrammarlo, si pensa subito che non avendo più programmi… non sapremo dove andare… questo in realtà è anche vero per un certo periodo, ma poi, se ci lasciamo guidare, emergeranno le nostre qualità innate, quelle per le quali siamo realmente venuti al mondo e credo che sarà molto facile metterle a frutto nella società.

Un ricco che riesce a sciogliere quei suoi blocchi emotivi che gli hanno generato la ricchezza, non diventerà povero, è probabile che perderà un pò della sua ricchezza, ma povero non lo diventerà mai, però riuscirà finalmente a godersi la sua ricchezza, un povero che farà lo stesso lavoro, probabilmente non diventerà mai ricco, ma non avrà più motivi per soffrire per mancanza di denaro, avrà sempre quello che gli serve e sicuramente non gliene fregherà affatto dell’idea di diventare ricco… anzi, è probabile che si misuri bene le forze impegnate nel guadagno di denaro perchè… spendere tempo per il denaro vuol dire non averne per godersi la vita… e i poveri lo sanno bene quanto è prezioso il tempo, specialmente se ne hanno dedicato tanto alla ricerca del guadagno nel lavoro.

Liberarsi dai blocchi emotivi vuol dire liberare il proprio bambino interiore dalle sue paure e incomprensioni.

Il nostro bambino interiore, cioè il nostro inconscio, in realtà è semplicemente noi stessi… il mio bambino interiore sono io stesso, non è nient’altro che me stesso nella mia infanzia… è una parte di me, è un insieme di ricordi emotivi che non ho saputo interpretare in modo flessibile e per questo motivo, ogni volta che mi si presenta la necessità di essere flessibile su quella emozione io vado in blocco…

e la cosa curiosa è che il blocco si manifesta proprio come è accaduto quando è avvenuto il blocco, proprio nella modalità e nel comportamento che abbiamo avuto in quel momento, a quell’età, un’età compresa tra la gestazione nella pancia di mamma e i primi 13 anni di vita.

Un uomo che ha paura dei cani, se la sua paura è nata all’età di 5 anni, si comporterà davanti ai cani come un bambino di 5 anni… anche se è alto due metri e pesa centoventi chili.

Quindi…

tu, sei fatto così? E non puoi essere diverso da così?

Se indaghi bene nei tuoi comportamenti standard… potrai scoprire di quali blocchi emotivi soffri e potrai liberarli, aumentando il tuo potenziale umano a livelli che non puoi immaginare adesso con l’ottica di un carattere al quale sei così tanto attaccato…. il modo di vedere le cose di chi ha il suo carattere… ora credo che si sia capito che è… limitato.

con affetto da Giuseppe Lembo.

pdf gratuito… il carattere osservazionequantica.altervista.org