I maestri quotidiani, il giudizio, la natura, la libertà.

Gli animali insegnano, ma noi siamo dei pessimi allievi.

Tutto il mondo naturale insegna, ma noi, siamo dei pessimi allievi.

Alla scuola degli umani qualcuno prende anche il dieci, ma nella vita quotidiana, nella vita naturale, il più delle volte chi prende dieci alla scuola degli umani, è il peggior allievo della natura.

L’apicoltura, per esempio, giusto per restare in ciò che ho visto e vissuto in questa vita, è tutto sommato facile, sicuramente ci vuole una certa esperienza, ma poi tutto diventa facile.

Perchè diventa facile?

Perchè le api, come la natura, come ogni cosa della natura, non agisce, ma reagisce.

Se impari quelle che sono le reazioni delle api, sai cosa faranno in base a quel che c’è, in base al meteo, in base a cosa fai tu, in base a come farai tu i tuoi lavori sull’alveare.

Gli animali, la natura, reagiscono, esattamente come noi.

Noi reagiamo, come fanno le api, come fanno le pecore, come fanno i cani, come fa ogni cosa della natura, reagiamo, NON agiamo.

Perfino le cose più “ragionate” che facciamo sono in sostanza sempre delle reazioni.

Anche i nostri ragionamenti più logici sono determinati dalla reazione più o meno visibile a qualcosa che abbiamo dentro e che ci determina, determina come dobbiamo pensare, come dobbiamo quindi reagire, quali parametri dobbiamo rispettare, da cosa dobbiamo difenderci, a cosa dobbiamo prepararci.

L’uomo è superiore solo in quei rari momenti in cui, invece di reagire, agisce.

C’è una profonda differenza reagire e agire.

L’agire non tiene conto delle paure antiche, l’agire non tiene conto dei pregiudizi, l’agire non tiene conto dei preconcetti, l’agire non vede nemmeno il futuro.

L’agire vede solo il presente, qui, ora.

Se ora ci sono le condizioni per fare una cosa, indipendentemente dal fatto che non l’hai mai fatta o che in passato non ci sei mai riuscito, o che ti hanno sempre detto che non ce l’avresti mai fatta, se nel presente ci sono le condizioni adatte a fare quella cosa e la fai ascoltando solo la fiducia nelle mille possibilità di ogni essere umano libero (dalle sue paure interiori), tu la farai e farai anche un buon lavoro.

Reagire invece è ciò che abbiamo sempre fatto e che sempre faremo fino a quando almeno non ci renderemo conto del fatto che non siamo liberi.

Reagire è precludersi la possibilità di fare qualcosa per timore di… di qualcosa che potrebbe non riguardare le possibilità del momento presente.

Per liberarsi dalle proprie paure, c’è un solo modo, attraversarle.

Questo non significa diventare suicidi, significa solo osservare se stessi in profondità, senza giudicarsi, senza criticarsi, senza adularsi, senza modificare il momento presente con nessuna idea di noi stessi, che sia incentivante o disincentivante non importa, nessuna idea di noi stessi.

Solo noi come un essere nuovo, libero, “divino”, capace a prescindere.

Come uomini e donne di questi tempi, abbiamo bisogno sicuramente di un certo apprendistato prima di buttarci in qualche nuova avventura, abbiamo bisogno di placare la paura di non farcela, abbiamo bisogno di punti di riferimento, ma poi, i migliori, quelli che davvero ce l’hanno fatta, se vai a vederli in profondità, quasi sempre usano ben poco di quel che avevano imparato prima di cominciare, quasi sempre si reinventano ogni giorno.

Per non reagire più, bisogna vedere le nostre reazioni quotidiane senza giudicarle, senza giudicarci, senza criticarci.

Bisogna imparare seriamente ad abbandonare la critica, sia degli altri che di noi stessi.

Non giudicate e non sarete giudicati, lo disse Gesù.

La lezione era questa, giudicando impari a giudicare, ciò che impariamo, lo applichiamo anche a noi, giudicando noi stessi, ci precludiamo la possibilità di vedere queste parti di noi che stiamo giudicando in modo completo, serio, umano, paterno/materno, maturo.

Il giudizio blocca la comunicazione tra mente conscia e mente inconscia, blocca la comunicazione tra la nostra parte bambina rimasta bloccata nella nostra infanzia e la nostra parte adulta che non riesce ad attingere da quel prezioso bagaglio di informazioni rimaste sepolte nei nostri ricordi d’infanzia.

Il giudizio è bloccante a prescindere, sempre, ovunque, anche quando sembra proprio qualcosa di “giusto”.

Se riuscissimo a vedere almeno una volta nella vita cosa blocca il giudizio, quale prezioso dono della vita ci preclude il giudizio, se almeno una volta riuscissimo a “cogliere” quel dialogo interiore tra noi e il nostro “burattinaio interiore”, cioè il nostro inconscio, cioè quello che ci fa fare le cose che facciamo nel nostro modo, cioè, quello che letteralmente ci comanda e ci rende automi, se riuscissimo a vedere questo almeno una volta nella vita in modo consapevole, bloccheremmo ogni nostro giudizio verso chiunque, da quel momento in poi, non saremmo più in grado di esprimere un solo altro giudizio.

Tutta la vita è gestita da qualcosa dentro che chiede risposte, le chiede fin dalla nostra infanzia, da sempre e continua a chiederle attraverso tutta la vita che facciamo ogni giorno, anche la notte attraverso i sogni.

Ci parla continuamente ma non sappiamo ascoltarlo.

Ci parla attraverso la natura dalla quale viene, ci fa vedere come fanno gli animali, come fanno anche le piante, come fanno le stagioni, come fa la luna con le sue influenze, come fanno i pianeti ma noi, continuiamo a reagire invece di agire.

Se riuscissimo a vedere almeno che stiamo reagendo e non agendo, se riuscissimo a vederlo in un certo modo, consapevole, cambierebbe tutto.

La natura insegna, a chi sa vederla, gli animali insegnano, a chi sa vederli e ascoltarli… e non credere di saper vedere un gatto se gli dai le crocchette, perché in quel caso sei davvero cieco.

La natura insegna facendoci vedere come sta funzionando il mondo, anche il nostro mondo interiore.

Gli animali con i quali abbiamo a che fare, somatizzano lo stato d’animo prevalente dell’ambiente familiare.

 

continua…