Chi è l’inconscio?

Cominciamo subito con il dire che, l’inconscio, non è qualcosa di esterno a noi stessi ma è letteralmente noi stessi nella nostra infanzia.

Chi l’ha definito il bambino interiore ha trovato le parole più giuste per definirlo perchè è… letteralmente, il nostro bambino interiore o meglio… è noi stessi, nella nostra infanzia e in quelle cose che a quell’età non abbiamo compreso.

Ogni cosa che (emotivamente) non ci è stata chiara, ogni cosa che non abbiamo compreso in modo completo nella nostra infanzia e in particolare nei primi tredici anni di vita (più il tempo della gestazione nella pancia di mamma), è qualcosa che è rimasta per noi sconosciuta, è qualcosa che dobbiamo ancora capire, è qualcosa che, ha tenuto legato a se, un “frammento” del bambino che eravamo a quel tempo, un bambino che viveva ovviamente di emozioni, non di ragionamenti mentali e quindi… la comprensione che chiede è tutta emotiva.

È come se avessimo lasciato lì in quella scena un pezzetto di noi stessi con l’intenzione di andare a riprenderlo poi appena possibile… solo che siamo diventati grandi e, se quell’emozione ritorna ancora, evidentemente non l’abbiamo ancora fatto.

Quel frammento di noi stessi, quel frammento del bambino che eravamo a quel tempo, dopo un pò comincia a chiedere comprensione, comincia a chiedere di essere ripreso e chiede di capire cosa è successo quella volta, in quella circostanza… chiede di capire il perchè di quella scena.

Possono essere eventi traumatici, possono essere eventi confusi, possono essere anche delle autentiche fesserie oppure problemi ripetuti continuamente senza molta logica che il bambino non poteva comprendere… è comunque tutta roba emotiva che il bambino di allora non ha potuto e/o saputo capire.

Il modo di vedere quell’evento, il modo non completo di vedere quell’evento, (e qui possiamo introdurre il concetto di blocco emotivo dicendo anche…) il modo bloccato in un’unica modalità di interpretazione, di vedere quella cosa, quel fatto (ormai) così lontano nel tempo, è esattamente ciò per cui quel pezzettino di noi stessi, allora bambini, chiede oggi di essere ascoltato, essere compreso, essere “spiegato”, chiede comprensione.

 

Per spiegare meglio questo concetto di…

“frammento di noi stessi rimasto bloccato nell’evento incompreso”…

 

…vi racconto come sono arrivato alla comprensione di uno dei miei blocchi emotivi, quello che generava in me una certa occasionale avventatezza…

Premessa, io che di solito ero uno dei più attenti e prudenti che si possano conoscere, avevo ogni tanto episodi di autentica avventatezza nel fare certe cose anche piuttosto pericolose, questo era davvero strano perchè fortemente contrastante con tutti gli altri miei comportamenti che facevano pensare, lo ripeto… più ad un personaggio pauroso che un temerario avventato, eppure… eppure ogni tanto compariva in me questo “diavoletto” che mi faceva fare certe cose davvero fuori catalogo.

Nel percorso di ritrovamento del mio bambino interiore, quando arrivai a voler capire perchè ero a volte così avventato e altre volte invece anche “troppo prudente”, perchè vivevo questo contrasto così forte, il mio inconscio mi guidò in una serie di ricordi a ritroso.

Quella volta vidi proprio le scene limpide e chiare.

Non vi dico tutto perchè sarebbe troppo lungo e noioso ma anche perchè ci sono molte cose personali, comunque, potete immaginare di rivedere la vita al contrario, da oggi a tornare indietro nel tempo, un viaggio in cui l’inconscio vi fa vedere tutte le scene più importanti, tutte le volte che vi ha presentato quella emozione che non aveva capito nell’infanzia… e allora comincia il film al rovescio con scene a volte assurde ma che, nel contesto della emozione che stiamo cercando di comprendere è semplicemente coerente, chiara e semplice.

In pratica, la mia avventatezza era semplicemente una spasmodica “ricerca della paura” e in particolare la paura del buio o di tutto quel che non si può vedere, a volte si manifestava anche con scene che avevano poco a che vedere con il buio ma comunque… avrebbero dovuto suscitare paura, il mio inconscio mi metteva, tramite quella avventatezza nella condizione chiara ed evidente per sentire la paura, mi metteva davanti alla paura che non aveva compreso in una “scena” ben precisa all’età di 4 anni, lo faceva per farmi rivivere quella scena con tutto il mix di emozioni che la pervadevano, lo faceva per chiedermi di comprenderla… anzi, di fargliela comprendere.

 

La parte più bella e toccante di tutto questo viaggio a ritroso è stato quando ho letteralmente visto e incontrato me stesso all’età di 4 anni, ho visto la scena ben precisa e dettagliata, ho visto me stesso bambino, io stavo nascosto dietro i sedili del camioncino di mio padre, al buio, totalmente impaurito, ero piccolo piccolo, mi sono sentito come un padre, padre di me stesso, ho ripreso in braccio questo bambino (che ero io), l’ho coccolato, gli ho detto di non aver paura, gli ho spiegato la scena intorno a lui in quel momento, gli ho detto cosa stava succedendo realmente, gli ho spiegato che non c’era davvero nessun motivo di aver paura. (e se ce ne fossero stati, gli avrei detto che ormai è passato… e che siamo vivi, sani e salvi).

Vedevo tutto intorno a me in quel momento di ormai oltre quarant’anni fa, avevo la scena chiara e limpida che lui mi trasmetteva chiaramente, un ricordo conservato nei minimi dettagli…

Poi pian piano ci siamo avviati sulla strada del ritorno ad oggi, il ritorno al presente.

All’inizio lo tenevo ancora in braccio, poi è sceso ed ha camminato con me mano nella mano, così siamo tornati “avanti nel tempo”, siamo tornati ad oggi…

 

Nel viaggio di ritorno, abbiamo rivisto le scene in cui si era manifestato, mi ha spiegato molte cose, mi ha spiegato come si manifestava e mi chiedeva di capire quella emozione, mi ha spiegato tutti i modi con i quali si è manifestato di volta in volta, mi ha spiegato tutti i retroscena delle manifestazioni che mi ha fatto vivere come scene materiali, tutte le cose che lui ha provocato per farmi sentire quella emozione.

Mi ha spiegato come si comporta l’inconscio nella vita materiale dell’adulto di oggi, mi ha spiegato cosa fa per mostrare le emozioni che non ha capito quel bambino di allora… una lezione preziosa che ha cambiato la mia vita e la mia ricerca interiore.

Altro particolare curioso di questo ritorno al presente da quel passato bloccato in quella emozione di paura, è stato che, questo bambino di 4 anni man mano che tornavamo al presente è cresciuto, fino a diventare praticamente me stesso oggi, ho visto me stesso crescere dai miei 4 anni ad oggi…

A quel punto, all’oggi, non l’ho più visto, ma ho conservato la lezione.

Adesso, grazie a questo incontro e a tutte le sue spiegazioni ho gli strumenti affilati per riconoscere nel presente ogni cosa che Lui mi chiede di capire.

Quell’evento mi permise di comprendere la mia paura del buio che, nel mio caso, non si era quasi mai manifestata come tale, io letteralmente ero uno che si fiondava nel buio ma… adesso che sappiamo come si comporta a volte l’inconscio, sappiamo che Lui, mi faceva andare al buio con l’intenzione di farmi rivivere quella scena per fargli capire cosa stava succedendo… e magari per farmi sentire la sua paura e chiedere comprensione… la comprensione di quel momento alla mia età di 4 anni.

Di frammenti di noi stessi lasciati nel nostro passato infantile ce ne sono moltissimi, non si può dare un numero esatto ma credetemi… sono davvero moltissimi.

Ad ogni emozione che non abbiamo saputo “gestire” in modo completo nella nostra infanzia è rimasto attaccato un frammento di noi stessi di quella età, ogni volta che ritorniamo indietro, ritroviamo il nostro bambino interiore che ci stava aspettando per capire, per comprendere cosa fosse successo.

Lui aspetta che noi gli diamo ascolto e gli diciamo tutto quello che in quell’episodio non ha compreso.

Di modi per regredire nei nostri ricordi infantili ce ne sono moltissimi ma credo che, se impariamo a riconoscere le manifestazioni del nostro inconscio nella vita quotidiana, se impariamo a “vedere” come ci parla con gli avvenimenti quotidiani, avremo presto una traccia chiara e, non escludo che anche a molti lettori accadrà qualcosa di molto simile a quel che ho appena raccontato.

Quel che ancora non ho detto è forse la cosa più importante.

Nel voler capire il proprio inconscio, bisogna SOLO cercare di capire l’inconscio.

Può sembrare una banalità ma questa puntualizzazione ha il suo perchè.

Purtroppo in questo mondo di ricercatori del proprio se, del proprio io, del proprio bambino interiore, della propria profondità e chi più ne ha più ne metta… in questo mondo così “profondo” si sta diffondendo una cultura sull’inconscio molto dannosa e potenzialmente pericolosa.

La maggior parte delle persone che si avvicinano a questo percorso pensa subito di dovere addestrare e/o riprogrammare il proprio inconscio ma questo è pericolosissimo.

Se la scena personale che vi ho raccontato è servita a qualcosa… è chiaro che il nostro bambino interiore non è un animale, non è un robot, ne un computer ne altro chissàcchè da addestrare o riprogrammare, il nostro inconscio è semplicemente noi stessi, il mio inconscio è semplicemente me stesso, il tuo inconscio è semplicemente te stesso, te stessa.

Le paure del nostro inconscio sappiamo che sono la causa dei nostri malesseri, sono la causa dei nostri problemi… le paure dell’inconscio sono diventati con il tempo dei comportamenti a volte abitudinari che agiscono un pò come un programma, un modo bloccato di agire per uno scopo ben preciso, la manifestazione di una ben precisa incomprensione del nostro io bambino.

Sostituire un programma evidentemente dannoso con un’altro programma apparentemente più utile e mirato… non è rispettoso per il nostro inconscio… non è rispettoso per quel bambino che prima non aveva capito una cosa e ora, con i nuovi programmi invece di essere liberato dalle sue paure, viene costretto come uno schiavo a lavorare al contrario..

Lui, prima o poi comincerà a fare capricci e anche il nuovo programma in un modo o nell’altro darà problemi oppure… se saremo stati davvero tanto bravi da creare un programma molto completo senza possibilità di errore (che non è impossibile), allora cambierà la sua modalità di manifestare quella emozione che vuole comprendere…

…cioè, troverà altri modi per farci vivere in modo sempre più evidente quella emozione che ci stava manifestando attraverso la sofferenza che stavamo vivendo e dalla quale adesso vogliamo scappare, quella sofferenza che ci ha spinti (inconsapevolmente) alla “riprogrammazione”.

A questo punto, lo dico sempre, diventerà come giocare alla roulette russa con un revolver che però… non ha un solo foro vuoto nel tamburo della pistola… il tamburo sarà totalmente pieno di proiettili… appena arriverà il momento Lui (l’inconscio) sparerà e si manifesterà attraverso un nuovo guaio… e se la riprogrammazione è stata fatta davvero bene… il guaio sarà sicuramente grosso.

I proiettili potrebbero essere la famiglia… la salute… le amicizie… il lavoro… l’amore… ma anche altro.

Può capitare di tutto, dove deciderà di manifestare nuovamente la sua emozione non compresa Lui lo farà e in quell’area della vita cominceranno nuovi problemi.

il caso più estremo potrebbe essere tramite una malattia di quelle serie.

Ogni malattia ha una matrice emotiva, ogni malattia è il frutto di una o più emozioni non comprese per troppo tempo… ma questo è un’altro argomento e per comprenderlo in modo serio vi consiglio vivamente di leggere qualche libro del “Dottor Hamer” o della sua “nuova medicina germanica”.

4 thoughts on “Chi è l’inconscio?

  1. è bello questo blog, dovresti diffondere i contenuti anche attraverso i social, fai una pagina facebook se ti va!

    • ti ringrazio.

      Un pò lo faccio già, ma quasi esclusivamente nei gruppi “specializzati”.

      Se lo ritieni valido, puoi diffonderlo anche tu verso i tuoi contatti, io potrò solo dirti… Grazie 😉

      • posso chiedere a cosa ti riferisci quando parli di riprogrammazione?
        Roba tipo programmazione subliminale, o tecniche come l’ipnosi, o altro ancora?

        • Psych Plus, Psych K, PNL. Io ho usato queste in combinazione e, ultimamente ho rielaborato un pò la prima rendendola a mio avviso più mirata a liberare le emozioni senza il rischio di riprogrammare.

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